Disuguaglianze, tecnologia e crescita:
alcune riflessioni
alcune riflessioni
La disuguaglianza sociale è il prezzo di alcune scelte politiche ed economiche che hanno segnato il ventesimo secolo. È questo uno dei temi chiave di Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia, approfondito durante gli incontri organizzati da The Adecco Group e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.
Se la disuguaglianza è il frutto delle nostre scelte e azioni, possiamo intervenire per cambiare la rotta e le regole del gioco, muovendoci nella direzione di una redistribuzione dei vantaggi offerti dalle tecnologie e bloccare, così, l’inasprirsi delle disuguaglianze.
Il futuro del lavoro non potrà prescindere da una stretta sinergia uomo-macchina, una convivenza in tutti i processi produttivi. Il rischio reale è che le innovazioni tecnologiche continuino a generare differenze salariali e contribuiscano a polarizzare il mercato del lavoro in quanto il bagaglio di competenze utile per gestire la tecnologia potrà essere sempre più associato a retribuzioni molto più elevate rispetto a lavori a basso contenuto di conoscenza.
La trasformazione tecnologica tende quindi a ricollocare il lavoro verso attività che ne polarizzano la domanda: da un lato ci sono persone iperqualificate e con elevate conoscenze, che animeranno le fabbriche del futuro; dall’altro lato assistiamo a un’erosione della classe media con la tecnologia che automatizza le posizioni a basso valore aggiunto.
Ma è sul campo delle competenze, dei linguaggi e dei significati che si gioca la partita del futuro del lavoro. In questo contesto, la chiave è la formazione: occorre pensare nuovi modelli formativi per costruire nuovi bagagli di competenze in grado di soddisfare la domanda di lavoro dell’era digitale, in una logica di lifelong learning, favorendo l’inclusione dei giovani nel mercato del lavoro.