Generazione Z e leadership: lo studio #CtheFuture rivela come i giovanissimi immaginano la C-suite di domani

Entro il 2025 i Millennial e i giovanissimi della cosiddetta Generazione Z, i nati tra il 1995 e il 2005, costituiranno il 75% della forza lavoro globale.

Proprio gli Zers sono i protagonisti dello studio condotto da The Adecco Group dal titolo #CtheFuture realizzato per indagare il modo in cui la Gen-Z vede la C-suite di domani. La ricerca condotta su 5000 Zers esamina quali competenze e qualità i futuri manager, ai loro occhi, dovrebbero avere per guidare efficacemente un’azienda, quali percorsi formativi intraprendere e cosa pensano dell’attuale leadership. Il quadro che emerge mostra dati interessanti su cui riflettere.

I CEO nel 2050, secondo la Generazione Z, saranno leader capaci, abili comunicatori e creativi, molti di loro non avranno una laurea o un diploma universitario, ma si saranno formati attraverso corsi online, stage, apprendistato e programmi di apprendimento esperienziale. Per i CEO – Zers conteranno di più le soft skill rispetto alle hard skill. Nello specifico, è il 70% a scegliere le competenze trasversali rispetto a quelle tecniche, prima tra tutte la «capacità di gestire con successo persone e team», seguita da «comunicazione» e «creatività». Secondo i giovani intervistati di queste qualità la maggior parte dei leader di oggi sarebbero sprovvisti, sarebbe, dunque, auspicabile per il successo delle organizzazioni che i loro manager lavorassero per arricchire il loro bagaglio di skill.

Interessante, poi, è la valutazione del titolo di studio: il 51% ritiene che i diplomi universitari nel 2050 saranno sì importanti, ma non necessari per diventare CEO. Il 55% afferma, infatti, che sono più utili allo scopo l’apprendistato o forme di apprendimento esperienziale, per il 23% la C-suite può formarsi adeguatamente anche grazie a corsi online e bootcamp che possano mettere in risalto le loro abilità. Solo una percentuale davvero irrisoria, il 6% del campione, ritiene la laurea indispensabile nel percorso di formazione di un leader. Un dato, questo, che, tuttavia, non deve sorprendere, la generazione dei nativi digitali privilegia forme nuove di apprendimento, più pratiche e interattive rispetto a quelle tradizionali bottom – down.

Secondo la ricerca, inoltre, l’attuale sistema educativo non sta preparando in modo adeguato le giovani generazioni ad affrontare le sfide di un mercato del lavoro sempre più competitivo e mutevole, come, ad esempio, la gestione di progetti, il processo di decision making usando i dati o ancora la risoluzione di problemi complessi. Seppure si ritengano curiosi, agili e resilienti, sanno di essere fragili e impreparati su molti aspetti cruciali come la comprensione di temi interculturali e intergenerazionali.

Al di là dell’anagrafico scollamento tra realtà e percezione – molti Zers si stanno appena affacciando all’età adulta con tutto ciò che ne consegue – l’indagine #CtheFuture offre spunti preziosi di riflessione per la C-suite di oggi e non solo.

Per approfondire il tema, vi invitiamo a leggere l’analisi completa della ricerca.

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