Una vita connessa al futuro: la rivoluzione culturale del 5G
La digitalizzazione è un processo irreversibile e inarrestabile, che coinvolge ogni settore del mercato del lavoro e ogni aspetto della nostra vita. La crisi sanitaria causata dall’epidemia di Covid-19 ha determinato un’accelerazione senza precedenti nello sviluppo e nell’applicazione delle più recenti tecnologie, costringendo persone, istituzioni e organizzazioni ad adattarsi in fretta alla nuova normalità. Oggi, a un anno esatto dallo scoppio della pandemia, non è più tempo d’improvvisare, diventa prioritario agire in modo strutturato e strategico per dotare tutti degli strumenti necessari a governare al meglio il proprio futuro, colmando gap e lacune culturali, prima ancora che tecniche.
Il bisogno di restare connessi, di lavorare, di studiare, di comunicare- da un lato -e l’urgenza da parte dei governi di monitorare e analizzare milioni d’informazioni in tempi rapidissimi- dall’altro- ha reso l’industria delle telecomunicazioni uno dei settori più antifragili dell’economia globale e ha fatto della tecnologia 5G il driver di un cambiamento davvero epocale. Non c’è più alcun dubbio, semmai ce ne fosse stato, che quella che stiamo vivendo è una vera e propria rivoluzione, una disruption che segna nettamente un prima e un dopo, un’interruzione, appunto, tra il vecchio e il nuovo mondo. E, sebbene, i contorni di questa trasformazione siano ancora sfumati, è già possibile segnare un cammino e scegliere una direzione.
Il 5G sarà l’infrastruttura che abiliterà la creazione di un Nuovo Mondo fatto di domanda e offerta di servizi innovativi
Massimo Torre, Head of Sales Mobility Ecosystem & IoT solutions di Infomobility.it, startup che opera nei settori dell’Insurance Telematics e Automotive, prova a spiegare questa rivoluzione, prima di tutto culturale, nel corso del talk organizzato da PHYD lo scorso 22 gennaio dal titolo Una vita connessa al futuro. In un momento in cui le teorie complottistiche più fantasiose sul 5G si sprecano, il suo intento è chiaro sin dalle prime battute: evidenziare il potenziale di cura della tecnologia, le sue infinite possibilità di sviluppo, l’impatto profondo sulle cose piccole della quotidianità, come sulle sorti dell’economia globale (sempre che le due si possano scindere nettamente). La quinta generazione di telefonia mobile è, infatti, la struttura abilitante di moltissime tecnologie che stanno progressivamente cambiando il nostro modo di produrre, di consumare, di vivere, persino di pensare. Ne è un esempio la diffusione sempre più pervasiva del machine learning, dell’elettronica indossabile o dell’automazione nella guida di veicoli per il trasporto di persone e merci, solo per citare i più noti.
Per Torre, il 5G «sarà l’infrastruttura che abiliterà la creazione di un Nuovo Mondo fatto di domanda e offerta di servizi innovativi» in ogni settore del mercato, dai trasporti all’energia, dall’agricoltura alla pubblica sicurezza, dal manifatturiero alla sanità, dai media all’alimentare. La quarta rivoluzione industriale è iniziata da tempo, ma solo oggi ne vediamo gli effetti significativi su prodotti e processi. Nell’industria 4.0 tutte le imprese si troveranno a fare i conti con big data, IoT, open data, cloud computing, machine-to-machine, data analytics, e dovranno imparare ad assimilare velocemente strumenti e competenze per essere competitive e a “prova di futuro”.
Nel mondo nuovo, che Torre racconta, la dimensione digitale e quella fisica si fonderanno in una combinazione ibrida senza soluzione di continuità, quello che stiamo iniziando a sperimentare con il phygital marketing sarà solo una delle tante declinazioni possibili di questa convivenza. Ma c’è di più: grazie alla zero-distance seamless connectivity, le categorie di spazio e tempo troveranno una nuova e più radicale definizione. Non solo saremo raggiungibili ovunque, ma saremo ovunque. Così un chirurgo a New York sarà in grado di operare un paziente a Melbourne attraverso un device, un manager potrà essere nel suo ufficio a Milano e il suo ologramma nella sala riunione di un cliente a Madrid. Non è fantascienza, sta già accadendo. È la rete 5G la tecnologia chiave di questo straordinario futuro, poiché da sola è in grado di realizzare connessioni, sia mobili che fisse, continue, capillari, immediate e capaci di elaborare immense quantità di dati.
Grazie alla zero-distance seamless connectivity, le categorie di spazio e tempo troveranno una nuova e più radicale definizione. Non solo saremo raggiungibili ovunque, ma saremo ovunque.
Questa tecnologia può trasformare le città in favore di una migliore e più sostenibile qualità di vita, può rendere il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini realmente trasparente, veloce, efficiente, può sviluppare business e posti di lavoro dove oggi non esiste che stagnazione, può rendere sicure mansioni considerate pericolose e ridurre così il numero di infortuni sul posto di lavoro. Per fare tutto questo, però, deve essere in grado di creare valore sociale prima ancora che economico, deve essere la spinta propulsiva di un nuovo sentire, più positivo e proattivo, di un nuovo modo di vivere, in cui i bisogni delle persone e i loro desiderata siano al centro. Investire concretamente nelle persone e nelle loro idee, prima ancora che nelle infrastrutture, è, per Massimo Torre, la vera rivoluzione.
Per approfondire le tematiche e guardare l’evento per intero, è sufficiente registrarsi sul sito PHYD.