Fare impresa in Africa si può: cinque casi di startup di successo


Lo sviluppo di una startup dipende certamente dal contesto in cui nasce. Paesi come gli Stati Uniti, Hong Kong, il Giappone o Singapore mettono a disposizione di chi vuole investire valide risorse umane, infrastrutture efficienti, economie solide e politiche favorevoli alle imprese. Condizioni che spesso, per molti motivi, mancano nei Paesi africani. Eppure negli ultimi anni, anche grazie a ottimi progetti di collaborazione internazionale, in Africa sono sorte diverse startup che stanno avendo buona fortuna e che, non è da escludere, un giorno potrebbero arrivare anche in Europa. Vediamone qualche esempio.

Gic Space. Uno dei più grandi problemi dei Paesi più poveri dell'Africa è fornire assistenza medica a chi vive lontano dai cetri urbani e non è in contatto con i dottori. Per rispondere a questa esigenza è nata Gic Space, una app di medicina a distanza fondata da un medico camerunense che permette di fare diagnosi attraverso lo scan di un telefono. La app è in grado di rilevare persino i tumori e di trasmettere queste informazioni ai medici, che in caso di bisogno possono così spostarsi già sapendo di che cosa il paziente ha bisogno, oppure possono dare indicazioni a qualcun altro sul posto per intervenire al meglio. Questo progetto, assieme ad altri, ha avuto il sostegno anche dell'università Bocconi di Milano.

Ared. Sono nigeriani e ruandesi i fondatori di Ared. L'idea è semplice ma quanto mai geniale e potrebbe facilmente avere successo anche in Occidente. Si tratta di un carrellino leggero che si mantiene attivo grazie all'energia solare e che può essere posizionato in una piazza, a bordo strada o in qualsiasi altro posto, purché le persone possano passarci a fianco e stazionare lì davanti. Ared è infatti una postazione mobile di ricarica di telefoni (o di computer, tablet…) e di connessione wifi.

In Africa spesso non ci sono le condizioni migliori per fare impresa, ma negli ultimi anni sono nati diversi progetti vincenti.

Clean Coal Power. Nata in Ghana, questa startup si prefigge di produrre mattoncini di biomassa (un’alternativa al carbone) ricavati da rifiuti agricoli e forestali. Un aiuto per tutti coloro che hanno bisogno di energia pulita a prezzi accessibili per cucinare e riscaldare. Ridurre il consumo di carbone in favore di questo tipo di materiale consente alle famiglia di risparmiare, incidendo sulle emissioni di CO2 (per la salute di tutti) e favorendo il riutilizzo dei rifiuti, che quindi non devono essere smaltiti.

Clad Light. Viene dal Kenya un'idea interessante per rendere più sicure le strade. Questa startup utilizza la tecnologia per creare una giacca, indossabile da chi guida in moto, che segnala attraverso una luce posteriore la direzione in cui il conducente intende svoltare, in concomitanza con l'azionamento delle frecce. Implementando un sistema simile, molto utile soprattutto di notte, si può immaginare di fornire alla giacca anche informazioni sulla frenata o anche solo sul posizionamento.

GoMyWay. Si tratta di una sorta di Blablacar cittadino. Creata in Nigeria, consente di ridurre il traffico e l'inquinamento, mettendo in contatto i proprietari di auto che hanno posti liberi con i passeggeri che devono svolgere lo stesso tratto di strada. Così si evitano code di macchine semi-vuote e si alleggerisce il carico del trasporto pubblico.

Di |2024-07-15T10:05:13+01:00Ottobre 15th, 2018|Innovazione, MF|0 Commenti
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