Formazione nelle aziende: ne serve di più. Lo dice anche l’Istat
In questi anni in cui la rivoluzione dell'internet delle cose avviene in un periodo difficile per la nostra economia, tutti gli esperti sottolineano come la formazione professionale sia fondamentale per essere competitivi e aumentare la produttività. Eppure, nonostante gli incentivi governativi, la formazione ancora non decolla del tutto, e i motivi sembrano essere, ancor più che economici, culturali.
L'Istat ha recentemente pubblicato un rapporto sulla formazione professionale nelle imprese italiane, basandosi sui dati riferiti al 2015 e comparandoli con lo scenario rilevato nel 2010 e nel 2005. Dall'indagine emerge un dato positivo: il 60,2% delle imprese con almeno 10 addetti ha svolto attività di formazione professionale nel 2015 (+5% rispetto al 2010, addirittura +28% confrontato al 2005). Un aumento non ancora sufficiente nella media, ma con dei picchi in alcuni settori: nei servizi finanziari e assicuratrici le aziende formatrici sono state il 93,8%, poco meno (90%) quelle nelle attività ausiliarie dei servizi finanziari e un buon 77,4% nella fornitura di servizi di rete (acqua, luce, gas).
D'altro canto, però, ci sono ancora settori per cui la formazione è rimasta molto indietro: soltanto il 38% delle ditte che lavorano nella ristorazione e nei servizi di alloggio ha fatto formazione nel 2015, così come scarsa è la percentuale delle ditte del tessile e dell'abbigliamento che han puntato sui corsi (40%), una situazione simile a quella delle imprese del commercio al dettaglio (41%).
Il grafico mostra, per ogni settore, la percentuale delle aziende che nel 2015 hanno svolto formazione ai dipendenti. Fonte: Istat
Il 74% delle imprese che non hanno fatto formazione ritiene che non sia necessaria perché i dipendenti sono già qualificati. È “solo” il 13% ad imputare la scelta all'elevato costo dei corsi.
I dati più preoccupanti, però, sono quelli che testimoniano una spaccatura tra le grandi aziende e le piccole e medie imprese. L'Istat rileva che le attività con almeno 250 dipendenti sono le più attive nella formazione (90%) mentre per quelle più piccole confermano, seppur con un parziale recupero rispetto al 2010, una minore propensione. Se andiamo a vedere la percentuale delle ditte che hanno organizzato corsi di formazione, vediamo che nelle grandi aziende (con almeno 1000 addetti) le percentuali sfiorano l'80%, mentre nelle imprese che hanno tra i 10 e i 19 dipendenti si supera a malapena il 25%. Lo stesso trend lo abbiamo nei dati relativi alla percentuale del personale che ha seguito corsi di formazione, a seconda delle dimensioni delle aziende. Anche in questo caso, la differenza tra le imprese con almeno 1.000 dipendenti – in cui il 69% degli addetti è stato formato – e quelle con 10-19 dipendenti (25,8%) è abissale.
Il grafico mostra la percentuale dei dipendenti che all'interno delle aziende, classificate a seconda della dimensione, hanno svolto formazione nel 2010 e nel 2015. Si nota un generale aumento delle percentuali nel periodo di riferimento, ma anche l'enorme differenza che persiste tra le aziende più grandi (nelle ditte con più di 1000 addetti, il 69% dei dipendenti ha partecipato a programmi di formazione nel 2015, nel 2010 era il 61%) e le piccole (25% del personale formato nelle aziende con 10-19 dipendenti, comunque in aumento rispetto al 19% del 2010). Fonte: Istat
Come mai? Si potrebbe pensare che la ragione principale sia economica. Il rapporto dell'Istat afferma che nel 2015 le aziende italiane con almeno 10 dipendenti hanno speso in totale 4.513 milioni di euro per la formazione, una media di circa 57 euro di costo orario. Troppi? Forse, ma se andiamo a leggere che cosa hanno risposto le aziende, riferendo i motivi che le hano spinte a non investire sul miglioramento delle competenze del proprio personale, scopriamo che il 74% delle imprese ritiene che la formazione non sia necessaria, perché i dipendenti sono già qualificati. È “solo” il 13% a citare l'elevato costo dei corsi.
A questo punto pare evidente che oltre agli incentivi serva un cambio di mentalità: le aziende devono capire che la formazione è un investimento, non una spesa, e che, soprattutto, nessuno può farne a meno.