La start up che mette in tavola gli insetti
Entro il 2050 il mondo ospiterà 9,8 miliardi di persone che consumeranno il 70% di cibo in più di quello che viene consumato oggi. Poiché il cibo è, tra tutti, il bisogno umano più fondamentale, oltre che un diritto umano, è inevitabile porsi alcune domande. Eccone due, non di poco conto: il pianeta avrà cibo per tutti? Come potremo nutrire in modo sostenibile una popolazione in costante crescita? Mai come in questo campo l’innovazione può fare la sua parte.
Tanto più che per il World Economic Forum possiamo farcela, ma solo a patto di «riconfigurare il futuro del cibo» attraverso una nuova visione dell’agricoltura e della food security.
«L’alimentazione ha bisogno di una grande rivoluzione», racconta Davide Meguzzato, talento diciannovenne che con Ulviya Afet ha fondato Cocoon, una start up innovativa nel settore dell’innovazione alimentare e ha preso sul serio la sfida che il nostro pianeta si appresta a vivere.
[legacy-picture caption=”Davide Menguzzato” image=”20b05434-d1db-44e6-9895-d9787ea35e5b” align=””]«La nostra idea», spiega Davide, «è nata circa un anno fa, quando abbiamo scoperto che gli insetti si possono mangiare e sono eccezionali, sia nei contorni sia nei primi piatti».
Come ricorda un rapporto della FAO, Edible insects for food and feed security, ci sono più di 1.900 specie di insetti commestibili, alcune di esse molto nutrienti e adatte per l’alimentazione umana , altre invece si addicono di più alla dieta animale. Gli insetti, inoltre, «si riproducono molto più velocemente e consumano un centesimo delle risorse necessarie rispetto alla crescita di altri animali d’allevamento».
Il team di Cocoon, composto oggi da 4 persone con competenze tecniche e specifiche, lavora «per trasformare questo grande potenziale, in un progetto imprenditoriale». Lo scorso aprile, il business plan da 2 milioni di euro della start-up ha ricevuto un importante riconoscimento al Festival dell’Economia civile di Firenze, essendo stato selezionato tra i dieci progetti più generativi nell’ambito dell’innovazione socio-ambientale
«Ci sono due modelli di business che viaggiano in parallelo», spiega Davide. Uno dedicato agli insetti per uso umano e uno dedicato al settore dei mangimi animali.
[legacy-picture caption=”Il grillo in molte parti del mondo è considerato una prelibatezza” image=”95f343c1-2d63-43a5-9ccc-74246a07f5e4″ align=””]Una via per l’economia circolare
«Per quanto riguarda l’insetto per uso umano, abbiamo scelto di sviluppare gli studi e le ricerche del grillo (acheta domestica), già consumato e considerato vera e propria prelibatezza in molte parti del mondo. Il grillo è nutriente quanto il manzo e il filetto di pesce di prima qualità, il fatto è che produrre un 1kg di carne di grillo consumiamo meno di un litro d’acqua e 1 kg di mangime, per produrre un 1kg di carne di manzo, servono rispettivamente 15000 litri d’acqua e 9kg di mangime».
Dal punto di vista della dieta animale, l’uso degli insetti nella produzione di mangimi potrebbe rappresentare «l’anello mancante in un perfetto sistema di economia circolare». Cocoon scommette sull’allevamento dell’hermetia illucens o mosca soldato nero.
Già oggi, spiega Davide, «abbiamo un sistema in grado di trasformare quotidianamente 10 tonnellate di scarto organico, in prodotto supernutiriente e sano». Un prodotto capace di trasformare scarti in risorse.
Se per la produzione di mangimi la strada è in discesa, per l’alimentazione umana, almeno in Italia, «la sfida è culturale, anche se la nostra produzione di barrette super energetiche a base di grillo comincia a suscitare interesse soprattutto nel mondo degli sportivi».
Mali: un campo di prova per il futuro
D’altronde, spiega il fondatore di Cocoon, «sono 2 miliardi le persone che, nel mondo, già consumano insetti». E qui nasce la terza leva del progetto Cocoon, una leva che si fonda sulla food security. «Abbiamo attivato un progetto in Mali, dove il consumo dei grilli è da sempre parte dell’alimentazione tradizionale». Il Mali, oggi, si trova ad affrontare una grave crisi alimetare e il problema è dato anche dal fatto che gli insetti vengono raccolti, non allevati.
[legacy-picture caption=”” image=”9e1767ba-c0b2-48fe-82a7-1ef2d73ae7ed” align=””]«È chiaro, raccogliere insetti invece che allevarli comporta moltissimi rischi, potrebbero essere contaminati da sostanze tossiche presenti nell’aria o da ciò che mangiano. L’allevamento consente invece di avere a disposizione l’insetto anche durante le stagioni in cui normalmente potrebbe non essere presente in natura.Se il modello di business che abbiamo concepito dovesse funzionare bene, potremo espandere il sistema ad altri contesti e situazioni e riuscire a raggiungere così, milioni di persone con le nostre barette proteiche a base di farina di grillo, fonio e frutta secca».
Tecnologia 4.0 e food security
Resta da chiedersi quale visione del futuro ispiri il progetto di Cocoon. Un progetto dove innovazione e comunità, tradizione e ammodernamento si sposano a pieno titolo. «La nostra visione per il futuro e per la quale stiamo già portando avanti degli studi è quella di sviluppare un allevamento di grilli automatizzato su scala industriale qui in Italia. L’implementazione dell’intelligenza artificiale e della tecnologia blockchain nella filiera di produzione dei nostri prodotti, ci consentirà, da una parte di avere maggiore automazione e sicurezza nei processi di produzione, dall’altra di garantire al consumatore finale, qualità e freschezza dei prodotti».
Il consumatore potrà anche verificare ogni fase del processo di trasformazione del prodotto e seguire così l’intera filiera, che risulterà al 100% trasparente ed affidabile.
Grazie alla tecnologia blockchain potremo facilitare il lavoro anche agli enti di controllo. Essendo l’insetto un alimento nuovo, dovranno prendere tutti i provvedimenti necessari per quanto riguarda, sicurezza, qualità e salute del prodotto.
La tecnolgia blockchain, conclude Menguzzato, non sarà «unicamente la chiave per il futuro esclusivamente dell’alimentazione a base di insetti, ma sarà una parte importantissima nella futura rivoluzione alimentare.
I prodotti biologici, a km 0, equosolidali e sostenibili, potranno grazie alla blockchain, fornire una importantissima garanzia al consumatore finale. Se in futuro riusciremo nell’implementazione di questa tecnologia, potremo renderla disponibile alle altre aziende impegnate nel settore dell’ alimentazione Questa è la nostra sfida».