Il futuro dirompente di Mr. Amazon


Disruptive. Dirompente. È questo l’aggettivo che ricorre più spesso quando si parla di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, Re Mida dello stravolgimento dei business model più consolidati, dalle librerie ai supermercati, fino alla ricerca nello spazio. 53 anni e un patrimonio da 90 miliardi di dollari, da anni in vetta alle classifiche di Forbes, è tra le cinque persone più ricche del pianeta e il candidato più papabile a soffiare il primato a Bill Gates.

La sua è una storia da sogno americano: figlio di una ragazza madre, adottato dal nuovo patrigno, immigrato cubano, brillantissimo a scuola, una carriera fulminea a Wall Street, lasciata a trent’anni per fondare la sua startup. Era il 1994. «Avevo un lavoro stabile, un ottimo stipendio, con bonus e tutto il resto», ma anche questo progetto di fondare il primo negozio online dove fosse possibile vendere libri, ovunque. «Ne parlai con il mio capo, una persona che stimavo moltissimo. Mi portò a fare una lunga passeggiata a Central Park. “Mi sembra una splendida idea di business”, mi disse, “per qualcuno che non abbia già un lavoro stabile…”».

Immaginai me stesso a ottant’anni. Pensai a cosa avrei voluto vedere, guardandomi indietro: il minor numero di rimpianti possibile. Così decisi di provarci.

Jeff Bezos

Una decisione durissima quella di lasciare il posto fisso, ha raccontato più volte. «Immaginai me stesso a ottant’anni. Pensai a cosa avrei voluto vedere, guardandomi indietro: il minor numero di rimpianti possibile. Così decisi di provarci».

Il primo ufficio nel garage di casa, pochissimi collaboratori e il fiato sospeso al lancio del primo servizio. «Era una cosa molto innovativa, non avevamo termini di paragone», un salto nel vuoto che, in pochissimo gli ha dato ragione: nei primi 30 giorni il neonato sito web ricevette ordini da 50 stati americani e da 45 Paesi del mondo. Da allora Bezos non si è più fermato.

23 anni e 33mila dipendenti dopo, Amazon non è più solo una libreria online, ma il sito web di e-commerce più usato al mondo, quello che ha trasformato per sempre il sistema dei consumi e che per primo è riuscito a realizzare la magia di consegnare qualsiasi prodotto, ovunque ci si trovi (non per nulla il primo nome del sito era cadabra.com).

Droni e supermercati senza file

«La cosa che mi viene chiesta più spesso è: “Cosa cambierà nei prossimi 10 anni?”». D’altronde chi se non il visionario Mr. Amazon, potrebbe rispondere a questa domanda. Se oggi, invece di uscire di casa, ordiniamo libri, regali e persino la spesa online, lo dobbiamo soprattutto a lui, che con la magia della consegna a domicilio, ci ha aperto il mondo dell’e-commerce e ha trasformato la nostra quotidianità. Eppure, secondo Bezos, non è questa la domanda giusta da porre, se si vuole parlare di futuro. «Ciò che non mi viene chiesto quasi mai è: “Cos’è che non cambierà nei prossimi 10 anni?” ed è questa la domanda giusta, perché è sulle cose che sono stabili nel tempo che si può costruire una nuova strategia di business».

La vera rivoluzione, insomma, parte dai bisogni che non cambiano. Ed è proprio questo il modello seguito da Bezos: innovazioni di processo, semplificando la vita alle persone che hanno sempre meno tempo.

Cos’è che non cambierà nei prossimi 10 anni? È questa la domanda giusta, perché è sulle cose stabili nel tempo che si può costruire una nuova strategia di business

Jeff Bezos

Da qui è nata l’idea di utilizzare i droni per recapitare i pacchi, con Amazon Prime Air, un sistema di consegna in meno di 30 minuti, con gli acquisti arrivati direttamente dal cielo. «Poco più di vent’anni fa, quando abbiamo iniziato, i pacchi all’ufficio postale li portavo direttamente io. Speravo prima o poi di riuscire a permettermi un carrello elevatore…» ha raccontato presentando il nuovo servizio. «Si tratta di un cambiamento molto grosso, avvenuto in pochissimo tempo. Mi sento incredibilmente fortunato per moltissime ragioni e questa è una».

Come ha scritto Forbes, insomma, "da quando hanno deciso di andare oltre la vendita dei libri, Bezos e la sua azienda hanno rivoluzionato un mercato dopo l’altro. Adesso è il momento dei supermercati". Perchè, se sempre più spesso riceveremo i nostri pacchi via drone, anche il sistema di acquisti in negozio dovrà essere velocizzato.

«Quattro anni fa ci siamo chiesti come fare per creare un’esperienza di acquisto senza file e casse», ha spiegato Bezos, raccontando la nascita di Amazon Go, il primo supermarket aperto a Seattle, in cui non si paga all’uscita, ma solo attraverso un’App, mentre un sistema di sensori rileva quando i prodotti sono presi e rimessi negli scaffali, «l’unica cosa che serve è un account Amazon e uno smartphone».

Nel futuro quindi, le file dietro i carrelli della spesa potrebbero non esistere più, di questo Bezos ne è sicuro e sembra determinato a trasformare in realtà questo nuovo modello. Lo dimostra il suo acquisto della catena di supermercati bio, Whole Foods, che potrebbe diventare la prima catena di supermarket senza casse.

È il progresso, bellezza

«Come azienda, il nostro punto di forza è accettare il fatto che se inventi qualcosa di nuovo, sarà sempre dirompente». Così il fondatore di Amazon ha risposto a chi ha criticato la piattaforma di e-commerce, accusandola di minacciare le librerie e i negozi del mondo reale e, di conseguenza, mettere così a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro. «Qualcuno sarà onestamente preoccupato e altri avranno tutto l’interesse a mantenere il vecchio modo di fare le cose. In tutti i casi faranno molto rumore. Per questo dovremo continuare a tenere la testa bassa e a lavorare al nostro business».

Il nostro punto di forza è accettare il fatto che se inventi qualcosa di nuovo, sarà sempre dirompente.

Jeff Bezos

Insomma, se il mercato e le tendenze dei consumatori vanno in una direzione, non si può fare diversamente. Se le persone comprano più facilmente online che non nei negozi reali, la strategia su cui puntare, è chiara. Non ci si può lasciare distrarre dalle critiche. Il futuro, secondo Bezos, si costruisce così: è il progresso, bellezza.

Il futuro fuori dalla Terra

Mr. Amazon, neanche a dirlo, è prima di tutto un venditore e non ha nessuna intenzione di presentarsi come nient’altro di diverso da questo. Gli speech ispirazionali alla Zuckerberg sono lontani anni luce, eppure anche lui, sotto sotto, come il suo collega Elon Musk, ha un’ambizione che va oltre quella di vendere solamente prodotti. Proprio come il papà di Tesla infatti, anche Bezos ha fondato una società che si occupa di viaggi nello spazio: Blue Origin, un progetto nato nel 2000 che, finalmente, dopo 18 anni di esperimenti l’anno prossimo venderà i primi biglietti per viaggi privati fuori dall’orbita terrestre.

«Amazon per me è stato come vincere alla lotteria. E sto usando proprio il denaro che “ho vinto” per Blue Origin. Quei soldi andranno nello spazio». Se qualcuno però pensa che la partita più ambiziosa del multimiliardario americano si giochi nello spazio, in realtà si sbaglia. La vera sfida, quella che nessuno tra i colleghi della Silicon Valley ha ancora raccolto, è quella del tempo.

Il creatore di Amazon sta infatti sviluppando un progetto che a molti sembra surreale, ma che in realtà ha un fortissimo valore simbolico: un orologio high-tech, capace di scandire i millenni. Sviluppato all’interno di una montagna, in una delle sue proprietà, in Texas, non lontano dalla Blue Origin, l’orologio dovrà funzionare per 10mila anni.

«È un simbolo del pensiero nel lungo termine. Anche solo sapere che questo orologio esiste potrebbe aiutare l’umanità a cambiare la propria prospettiva sui problemi più diversi, dalla fame nel mondo alle migrazioni», ha spiegato. «Se 10mila anni fa non potevamo fare molti danni, adesso le cose sono cambiate», l’impatto dell’uomo sul pianeta non può essere sottostimato. «Rimango comunque molto ottimista, avremo un futuro meraviglioso, nell’intero sistema solare». Il futuro, secondo Bezos, si trova lì, oltre la Terra.

Con questa nuova percezione del tempo, su un periodo così lungo, secondo Mr. Amazon, le cose che rimarranno davvero nella storia saranno poche. «Tra 10mila anni non ci si ricorderà chi era l’uomo più ricco della nostra epoca, o chi ha vinto le elezioni. So però che di una cosa ci si ricorderà di sicuro: l’atterraggio dell’Apollo. Tutti si ricorderanno della prima volta che l’umanità ha lasciato questo pianeta. Sarà un evento importantissimo». Il futuro, insomma, si ricorderà di lui.

Di |2024-07-15T10:04:40+01:00Settembre 15th, 2017|Innovazione, MF|0 Commenti
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