Kevin Systrom, il 34enne che ha inventato i filtri di Instagram


Nel 2010 l’invenzione di Instagram ne ha fatto uno dei più giovani milionari del mondo. Otto anni dopo, nonostante l’acquisizione dell’app da parte di Facebook nel 2012, Kevin Systrom è ancora alla guida della società, che proprio recentemente sta preparando una novità importante: la funzione Time spent, che servirà a monitorare il tempo trascorso a scorrere e commentare foto, in modo da scoraggiare la dipendenza da social network.

L’amore per la tecnologia e l’attitudine imprenditoriale di Systrom provengono dalla madre, che tra le altre cose ha lavorato per Zipcar. Originario di San Diego ma cresciuto nella provincia benestante del Massachusetts, il 34enne si è appassionato alla programmazione fin da giovanissimo – da adolescente ha creato un programma per hackerare gli account del client di messaggistica Aol – e dopo la laurea a Stanford ha fatto gavetta nelle più importanti e innovative aziende di settore.

Ha lavorato per Odeo, la società che avrebbe sviluppato Twitter; per Google, in particolare per Gmail e Calendar, e Nextstop. Ha anche fondato Burbn, un servizio di localizzazione basato su Html5.

Naturalmente, tra le sue passioni più grandi, c’è anche la fotografia. L’idea per l’applicazione che ha fatto la sua fortuna gli è venuta durante un viaggio in Messico. A volte le trovate vincenti vengono dal tentativo di risolvere problemi molto banali, e così è successo a Systrom. La sua fidanzata non era soddisfatta della qualità delle foto realizzate con il suo iPhone 4 ed era restia a pubblicarle sui social. La soluzione? I filtri. Impagabili alleati dei selfie anche in condizioni di luce sfavorevoli: in grado di trasformare una foto semplicemente brutta in uno scatto d’atmosfera. E di rendere invidiabili e d’effetto gli scatti delle vacanze, anche se la risoluzione non è poi granché.

A volte le trovate vincenti vengono dal tentativo di risolvere problemi molto banali.

Il successo è stato strepitoso: più di un milione di utenti in soli tre mesi, nonostante all’inizio fosse disponibile per i soli utenti Apple. Da lì all’acquisto da parte di Zuckerberg per ben 1 miliardo di dollari, il passo è breve.

Un aneddoto che potrebbe far piacere ai fan italiani di Instagram riguarda il formato quadrato delle foto. È un’eredità di quando Systrom studiava fotografia a Firenze, durante gli anni di Stanford, e andava in giro scattando con la sua macchina fotografica Holga. Se a questo punto vi è venuto in mente il filtro “amaro”, avete ragione: il nome è proprio un omaggio ai liquori italiani (in realtà i nomi dei filtri si riferiscono per la maggior parte a luoghi e drink). Un’altra curiosità che ci tocca da vicino è l’incontro tra il Ceo di Instagram e Papa Francesco nel febbraio 2016: sembra che i due abbiano discusso insieme del potere delle immagini e di come possa essere utile per unire le persone, oltre i confini, le culture e le generazioni.

Oggi la società di Systrom funziona ancora a pieno regime, anzi, è l’arma preferita di Facebook contro la concorrenza di Snapchat, in primo luogo, e in genere di tutte le app nate per piacere al variegato mondo di millennials e adolescenti.

Con tutto questo successo, Systrom può anche permettersi di avvertirci quando passiamo troppo tempo sulla sua app. «Saperlo ha un impatto sulle nostre vite — ha spiegato — . Ed è responsabilità di tutte le aziende essere onesti su questo tema. Una responsabilità che io prendo seriamente». Lui, a quanto dice, controlla Instagram due volte al giorno.

Di |2024-07-15T10:05:04+01:00Giugno 29th, 2018|Innovazione, MF|0 Commenti
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