Sunstein: Per essere liberi non accontentatevi del presente


Lo psicologo americano Barry Schwartz lo ha definito il paradosso della scelta: troppe opzioni paralizzano il nostro senso critico, generano frustrazione da stress e inducono a scegliere la prima cosa che vediamo. Un esperimento classico è quello del consumatore delle grandi catene di vendita, fisiche e online: davanti a una serie pressoché infinita di prodotti la sua capacità di scelta si "blocca". La libertà diventa un paradosso.

La libertà di scelta non è abbastanza

Per questo, spiega Cass R. Sunstein, «la libertà di scelta non è abbastanza». Per essere liberi, che si tratti di lavoro, salute, relazioni o denaro, «dobbiamo essere in grado di navigare attraverso la vita»: definire scenari alternativi, non improbabili piani di fuga.

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Servono mappe per muoversi nel mondo del lavoro, della salute e delle relazioni. Mappe che aiutino le persone ad arrivare a destinazione, non a perdersi

Cass R. Sunstein

Docente alla Harvard Law School, già consulente della Corte Suprema e del Dipartimento di Giustizia Federale degli Stati Uniti d’America, a capo del White House Office of Information and Regulatory Affairs ai tempi della Presidenza Obama, Sunstein è anche coautore, con il Nobel per l'Economia Richard Thaler, di un libro che ha segnato i nostri anni: Nudge. La spinta gentile. La nuova strategia per migliorare le nostre decisioni su denaro, salute, felicità (Feltrinelli, 2009).

[legacy-picture caption=”Sulla libertà (Einaudi, 2020)” image=”fd79dbb4-0385-4e54-b8d0-0a6649492efc” align=”right”]

Navigability: un concetto da non sottovalutare

Sono tre i concetti che, nel suo ultimo libro, l'agile e coinvolgente Sulla libertà (trad. di Francesco Pe', Einaudi, Torino 2020), Sunstein invita a studiare e a far propri:

  • Nudges, ovvero la spinta gentile attraverso cui ordinamenti e istituzioni possono agevolare le nostre scelte;
  • Agency, ovvero la capacità di modificare il contesto in cui operiamo;
  • Navigability, ovvero l'abilità di districarsi in situazioni spesso impreviste o addirittura imprevedibili.

La navigabilità, nella prospettiva delle società complesse e democratiche, è oggi il problema principale. Orientarsi in un aeroporto o in una città, ma anche in un sotto-sistema (burocratico, giudiziario, legislativo) può essere ostico.

«Quando la vita diventa difficile», spiega Sunstein, «le persone sono meno libere» anche se, apparentemente, il ventaglio di opzioni che viene loro offerto cresce.

Anzi, più cresce più aumenta la difficoltà di navigare e raggiungere quel posto di lavoro, quello stato di salute, quel risultato o conoscere una determinata normativa diventa un ostacolo insormoltabile.

Spesso abbiamo bisogno di direzioni, e chiederle non è proprio il massimo della vita. Per questo dobbiamo pensare sistemi che rendano facile comprendere la direzione in cui andare

Cass R. Sunstein

La libertà di scelta, in questa prospettiva, rimane cruciale. Ma scelte oggettive e soggettive sbagliate possono comprometterla irrimediabilmente.

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Per questo, oltre alla necessità di riformare i sistemi, con architetture più consone e "navigabili" (pensiamo al tema della semplificazione legislativa o della sburocratizzazione del mondo del lavoro), c'è la necessità di dotare le persone di skills improntate alla capacità di navigare nell'incertezza e arrivare alla meta prefissata.

Liberarsi dal «pregiudizio del presente»

Questo tema diventa cruciale, conclude Sunstein, quando entra in crisi il sistema dell'autocontrollo. Una persona disorientata tende a perdere capacità decisionale, finendo per cadere vittima di problemi (depressione, alcolismo, dipendenza da gioco d'azzardo) che compromettono fortemente la sua capacità di scelta.

Che fare, dunque? Per superarli e, anche in assenza di problemi così gravi, imparare a navigare bisogna andare oltre il pregiudizio cognitivo che Sunstein chiama present bias.

Il «pregiudizio del presente» è la tendenza sempre più diffusa ad accontentarsi piuttosto di una piccola ricompensa attuale piuttosto che aspettare una ricompensa futura più grande (es. investendo su di sé e sulla propria formazione).

Per essere liberi, dunque, poter scegliere non è più sufficiente. Dobbiamo essere in grado di orientarci, dotandoci di strumenti che aiutino a restringere – anziché allargere – le opzioni di scelta.

«Sia nei Paesi ricchi che nei Paesi poveri i cittadini spesso non hanno idea di come raggiungere la destinazione che desiderano, questo è il motivo per cui non sono liberi», spiega l'Autore, che conclude: «dobbiamo capire che la libertà è una meta da raggiungere, non qualcosa di già dato. Altrimenti, quella meta, non la raggiungeremo mai».

Di |2024-07-15T10:06:09+01:00Ottobre 23rd, 2020|Innovazione, Lifestyle, MF|0 Commenti
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