Lumera: Gentilezza e gratitudine sono i motori del cambiamento
La nostra è una società estremamente competitiva. Ma, spiega Daniel Lumera, sociobologo, esperto di scienze del benessere, autore con la docente di Harvard Immaculata De Vivo del libro Biologia della gentilezza. Le sei scelte quotidiane per salute, benessere e longevità (Mondadori, Milano 2020) è una competizione orientata al conflitto e alla sopraffazione.
[legacy-picture caption=”Biologia della gentilezza (Mondadori, 2020)” image=”e7f2e15a-1b4c-4947-a0d3-cb6a401b6753″ align=”right”]I nostri modelli organizzativi, racconta Lumera, sono stati impostati seguendo un paradigma che i nuovi dati scientifici hanno completamente ribaltato. «Il più adatto alla sopravvivenza», spiega, «è il più gentile. Questo perché siamo una specie che coopera».
Perché partire dalla gentilezza?
Sapevamo che la sopravvivenza è questione di adattamento, ma la nostra società ha per molto tempo interpretato questa capacità di adattamento in termini di forza e sopraffazione. Le nuove evidenze scientifiche – sono dati importanti che solo in questi anni stanno emergendo con forza – mostrano invece che l’adattamento consegue alla cooperazione e a una precisa biologia dei valori.
Se, come ci mostrano quei dati, il soggetto più adatto a sopravvivere è anche il più aperto al cambiamento, bisogna capire che cosa orienta il cambiamento. Io e Immaculata De Vivo, che insegna medicina alla Harvard Medical School ed epidemiologia alla Harvard School of Public Health, abbiamo individuato cinque valori: la gentilezza, l’ottimismo, il perdono, la gratitudine, la felicità. Questi valori vanno coltivati quotidianamente e serve una strategia per coltivarli.
Ciò che esiste fuori è il prodotto di ciò che abbiamo dentro, della nostra intimità, delle nostre credenze e delle nostre convinzioni.
Questi valori vanno coltivati solo in termini di benessere soggettivo?
No, non solo. Proprio questa è la novità scientifica: vanno coltivati per una necessità di sopravvivenza di specie. Pensiamo ai telomeri, che sono piccole porzioni di DNA che si trovano alla fine di ogni cromosoma. I telomeri sono un orologio biologico che ci racconta la nostra predisposizione ad ammalarci o la potenziale durata della nostra vita.
I telomeri sono, dunque, sentinelle della longevità?
Esattamente e sono posti alle estremità dei cromosomi proprio per proteggerli da eventuali danni, proteggendo la cellula. Esistono strategie per allungare e proteggere i telomeri, che sono esposti a fattori ambientali e di stress biosociali.
Una risposta costruttiva e inclusiva alle violenze ambientali è possibile partendo dal nostro senso di identità.
Tra le strategie che lei ritiene cruciali per incrementare i fattori di sopravvivenza della specie, un ruolo importante è affidato alle relazioni.
Le relazioni possono essere tossiche, ma anche generative. Chi ha relazioni sane ed equilibrate ha una mortalità più bassa, rispetto a chi ha relazioni stressanti e rancorose. Parliamo del 50% in meno. Già da questo dato si capisce l’importanza di una biologia dei valori e il ruolo che gentilezza e gratitudine possono avere tanto sul piano individuale, quanto sul piano sociale. Ma anche nella vita delle aziende, dove il design delle relazioni diventa sempre più importante.
Possiamo scegliere di essere sorgente di progettualità, di cambiamento per un bene comune che riconosciamo, finalmente, come fatto imprescindibile.
Da questo punto di vista, il legame fra ambiente interno ed esterno, fra soggettività e oggettività dell’organizzazione è importante…
I nostri comportamenti quotidiani possono cambiare molto in noi, ma possono anche indurre al cambiamento ciò che sta attorno a noi. Gentilezza e gratitudine sono contagiose. Non è un luogo comune affermarlo, oramai abbiamo dimostrato come gentilezza e gratitudine o, su un altro piano, il perdono, inneschino meccanismi estremamente positivi per il soggetto, l’ambiente che lo circonda e gli altri soggetti che lo abitano. Le organizzazioni si stanno accorgendo di questo valore bio-sociale e nelle loro progettualità stanno implementando gli aspetti cooperativi, anziché quelli meramente competitivi.
Cooperazione e competizione, ovviamente, non sono agli antipodi, anzi…
Ma la vera competizione si fonda sulla cooperazione. Si compete per migliorare e per migliorare assieme. Questa è una lezione importante, soprattutto per le aziende.