Semplicemente Pablo Isla, il miglior CEO del mondo
Come ci si sente ad essere il migliore CEO del mondo? Alla domanda potrebbero rispondere diversi amministratori delegati, forti del loro ego, ma l’unico titolato a dare la sua versione dei fatti, almeno stando alla classifica della Harvard University, è Pablo Isla, che dal 2005 guida Inditex, la holding che controlla, tra le altre, il colosso Zara.
Nato a Madrid, 54 anni, riccioli grigi e occhialini sul naso, Isla si laurea in legge nel 1987 nella sua città, a soli 23 anni. Dal 1992 al 1996 dirige i servizi legali del Banco Popolare Spagnolo, poi sta due anni al dipartimento del Tesoro e nel 2000 diventa presidente del gruppo Altadis, la multinazionale spagnola regina del tabacco. Siamo vicini alla svolta: altri cinque anni e Isla approda nel posto che gli cambierà la vita. Alla holding Inditex arriva infatti nel 2005, a quarant'anni da poco superati, occupando il ruolo di amministratore delegato e divenendo presidente nel 2011. A cedergli il gioiellino è Amancio Ortega, non uno qualsiasi: in quel momento è l'uomo più ricco di Spagna e sceglie di affidare a Isla il comando dell'azienda di famiglia.
Isla vuole rendere Inditex Toxic free: significa liberare vestiti e accessori da sostanze nocive, riducendo anche i consumi energetici.
Bastano i numeri per capire la crescita del gruppo sotto la sua gestione. Nel 2005 Inditex aveva 2.692 negozi, aumentati a oltre 7mila dieci anni dopo. In mezzo c'è la conquista della Cina, le iconiche vetrine di Zara e soprattutto la leadership nell'e-commerce, fiore all'occhiello che si aggiunge a una strategia già vincente di crescita del marchio. Il gruppo cresce e fa affari: Inditex controlla Massimo Dutti, Bershka, Pull&Bear, Stradivarius, Oysho, Uterque. Poi Zara, da sempre associato soltanto alla moda a buon mercato, diventa un brand anche per la casa, attraverso mobili, tazze, cuscini e divani di Zara Home.
L'occhio per gli affari non impedisce a Isla di sensibilizzare il gruppo verso temi ambientali, spesso posti in contrapposizione ai meri interessi economici. Isla vuol rendere Inditex “toxic free”, seguendo al campagna Detox lanciata nel 2011 da Greenpeace. Significa liberare vestiti e accessori da sostanze nocive, riducendo i consumi energetici anche del 50 per cento entro il 2020. Che ce la faccia o meno, gli intenti bastano per il momento a garantire a Isla la vetta delle classifiche che guidano l'operato dei manager. La già citata Harvard University lo considera il migliore da due anni e lo ha confermato in testa due mesi fa tra quasi 900 dirigenti sparsi in altrettante aziende di 31 Paesi diversi. Niente male per uno che voleva fare l'avvocato.