Riccardo Zangelmi: «Il mio mestiere è montare LEGO»
Riccardo Zangelmi, classe 1981, è il primo e unico Lego Certified Professional in Italia. Con la sua azienda di Reggio Emilia, la BrickVision, progetta e realizza modelli, mosaici, sculture in mattoncini LEGO® per privati e grandi aziende, come Ferrari, ING e Ducati. Pochi mesi fa ha lavorato persino per il Dipartimento di Stato Americano.
Nella casa-atelier di Reggio Emilia, ogni mattoncino è catalogato per forma, colore e dimensione. «Saranno circa 4 milioni, ciascuno in una scatoletta trasparente, impilate fino al soffitto, che è alto 6 metri». E pensare che tanti anni fa, in cameretta aveva dei bei sacconi pieni di pezzi sfusi.
La passione per i mattoncini LEGO, infatti, è nata quando era piccolo, come succede a tante bambine e a tanti bambini.
Avrò avuto almeno 20 mila pezzi: già allora fantasticavo, inventando astronavi, di poter esplorare nuovi e avvincenti mondi. Era il mio gioco magico.
Da giardiniere ad artista
Da grande, però, Zangelmi studia da perito agrario e per otto anni lavora come giardiniere. Finché un giorno, più o meno cinque anni fa, entrando in un negozio di giochi per comprare un regalo al nipotino, si riaccende la scintilla. «Avevo scelto una scatola di LEGO a tema Guerre Stellari, un modellino del Millennium Falcon, l’iconica astronave con torrette superiori e inferiori girevoli, rampa abbassabile e cabina di pilotaggio apribile. Una meraviglia». E il sogno sopito di lavorare con i LEGO si risveglia.
Come si diventa LEGO Certified Professional
Decide perciò di rivoluzionare la sua vita. Si candida, sul sito della LEGO, per diventare un LEGO Certified Professional (LCP). «Non c’è una formazione specifica. Occorre documentare eccellenti capacità di costruzione con i mattoncini, e presentare un business plan avvincente per la propria attività, incentrato sulla creazione di esperienze e creazioni LEGO che siano uniche», spiega. «In pratica, non basta sapere costruire castelli e navicelle. Servono anche spiccate capacità imprenditoriali».
Non è una selezione facile: i Master builder, come si chiamano i maestri di costruzioni, sono solo 19 al mondo. Ad accomunarli il fatto di utilizzare i mattoncini come medium artistico, realizzando sculture, mosaici ed eventi. Sul sito di LEGO sono pubblicati i Paesi in cui l’azienda seleziona LCP: in questo momento ci sono due posizioni aperte in Messico e in Russia.
Cinquecento metri quadri di mattoncini ordinati
A 5 anni dall’avvio delle attività, BrickVision progetta e realizza modelli 3D, sculture, mosaici ed eventi a tema LEGO. «Parto sempre da un’idea chiara, ma durante il tragitto il mio team ed io apportiamo spesso modifiche e dettagli nuovi». Nessun limite alla fantasia. L’area di 500 metri quadri di Reggio Emilia ospita un uomo in ginocchio con il simbolo della pace, una formica sulla zattera, fiori fantasy, cigni, un pupazzetto fatto di barilotti, e un’infinità di sculture grandi e piccole dalle dimensioni che variano da pochi centimetri fino ad alcuni metri. La richiesta più bizzarra? «Realizzare un appartamento in mattoncini».
Dalle manone che reggono l’albero, fino al rover per gli USA
Nel 2016, in occasione del Lego Build The Change, per costruire le due manone color nocciola che reggono un vero albero, Zangelmi ha lavorato circa 700 ore, impiegando oltre 150 mila mattoncini. Poche settimane fa ha ultimato “Perseverance”, una scultura commissionata dal dipartimento di Stato Americano e omaggiata al governo di Rabat per festeggiare i 200 anni dalla prima missione diplomatica degli Stati Uniti in Marocco. E’ una fedelissima riproduzione del rover che il 18 febbraio ha toccato il suolo marziano. «Il dipartimento di Stato Americano mi ha contattato via e-mail, chiedendomi di mettere in piedi la riproduzione in scala 1:2 di Perseverance: 200 chili, per un modello di circa 170×200 centimetri». Per realizzare il progetto, racconta l’artista, un team di quattro persone ha lavorato 400 ore, impilando circa 110 mila mattoncini colorati.
Il sogno diventato realtà
Per dedicarsi a Brickvision, Zangelmi ha lasciato un contratto a tempo indeterminato. «È stato un salto nel vuoto perché non esisteva uno storico di un attività di questo tipo, ma ritengo che non sia stata una scelta azzardata, piuttosto una scelta coraggiosa». Ai più giovani dice: «Affinché il gioco dell’infanzia possa trasformarsi in un lavoro servono passione, dedizione, entusiasmo, costanza, il coraggio di esplorare le possibilità che la vita ogni giorno ci offre. E poi, una visione».