Dai robot allo smart working: sette notizie sul lavoro del 2017


Robot, voucher, minilavori e lavori faticosi. E ancora rider, fattorini, scioperi e incontri internazionali sul futuro del lavoro. Il 2017 è stato un anno decisivo per il mondo del lavoro che cambia. Ecco le sette notizie principali dell’anno appena trascorso, per ripercorrere le tappe principali dei cambiamenti in corso.

La paura dei robot. Il 2017 si è aperto con il rapporto del McKinsey Global Institute A Future That Works: Automation, Employment, and Productivity. La ricerca dice che il 49% dei lavori svolti attualmente da persone fisiche, nel mondo, potrà essere automatizzato quando le tecnologie «coerentemente sviluppate» si saranno diffuse su scala globale. L’analisi prende in esame 54 nazioni nel mondo, Italia inclusa, per un totale di circa il 78% dei lavoratori del pianeta. Nel nostro Paese, a essere travolti dall’automazione sarebbero 11,8 milioni di lavoratori, pari al 50% dei compiti svolti oggi.

La battaglia dei voucher. La Cgil ha raccolto le firme necessarie per lo svolgimento di tre referendum sul tema lavoro, riguardanti l’abolizione dei voucher, la reintroduzione della responsabilità di appaltatori e appaltanti in caso di violazioni contro il lavoratore e la reintroduzione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. La Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibile solo i primi due quesiti, ma comunque non siamo andati a votare. Perché? Il governo ha approvato un decreto, poi convertito in legge ad aprile, che ha abolito i voucher e ripristinato la piena responsabilità solidale negli appalti. E a luglio è arrivato il “Presto”, il nuovo contratto di prestazione occasionale per la stagione del dopo-voucher. Ne esistono due diverse forme: il libretto di famiglia, se il datore di lavoro è una persona fisica, e il contratto di prestazione occasionale per gli altri datori di lavoro. Libretto di famiglia e contratto di prestazione occasionale sono illustrati in sintesi in questa infografica Adecco.

Il G7 del lavoro. A fine settembre si è tenuto a Torino il vertice dei ministri del Lavoro del G7, che si è chiuso con un impegno concordato ad adottare «un approccio inclusivo al mercato del lavoro, con particolare attenzione ai più deboli delle nostre società, per assicurare che nessuno sia lasciato indietro». Il documento finale pone particolare attenzione sul fronte dell’impatto dell’innovazione sul mondo del lavoro ai «gruppi sociali particolarmente esposti alla perdita di un impiego e alla riduzione dei salari».

La questione della gig economy. Nel corso dell’anno in Italia e nel mondo i rider del food delivery e gli autisti di Uber hanno messo in scena diverse proteste per chiedere maggiori tutele. In Gran Bretagna Uber è stata sconfitta in tribunale con una sentenza che rappresenta una tappa fondamentale per la regolamentazione della gig economy. Il giudice ha stabilito che gli autisti svolgono un’attività lavorativa e che Uber coordina questa attività. Per la prima volta viene messo nero su bianco che i presunti “lavoretti” sono lavori a tutti gli effetti.

Il 49% dei lavori svolti attualmente da persone fisiche, nel mondo, potrà essere automatizzato quando le tecnologie «coerentemente sviluppate» si saranno diffuse su scala globale

Smart working. Per la prima volta, grazie al "Jobs Act autonomi", lo smart working viene riconosciuto e disciplinato in Italia. È maggio 2016 ed è una prima volta a suo modo storica. La disciplina mira a promuovere “le forme flessibili del lavoro agile allo scopo di incrementare la produttività del lavoro e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. Il lavoro agile o smart working, nell’intento del legislatore, si pone come uno strumento innovativo alternativo al telelavoro, rispetto al quale si caratterizza per minore rigidità normativa e maggiori potenzialità: per il datore di lavoro, sotto il profilo organizzativo e in termini di produttività e di riduzione dei costi; per il lavoratore, in quanto garantisce la possibilità di conciliare i tempi di vita con quelli di lavoro.

Finalmente i rider. Dopo 23 mesi, a dicembre è stato rinnovato il contratto nazionale dei dipendenti della logistica, del trasporto merci e delle spedizioni. Per la prima volta le parti sociali hanno preso l’impegno di normare la figura professionale del fattorino in moto o in bici. La norma prevederà la definizione dell’inquadramento professionale, dell’organizzazione del lavoro dei rider, compresi quelli della consegna del cibo a domicilio.

Mini-job all’italiana. A fine anno è stato rilasciato il primo rapporto congiunto sul mercato del lavoro italiano contenente i dati di Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal. Il rapporto dice che l’Italia ha recuperato il livello degli occupati pre-crisi, ma aumentano i mini-contratti di breve durata, che nel 2016 arrivano a sfiorare quota 4 milioni, dai 3 milioni del 2012. Si tratta prevalentemente di contratti a termine fino a tre mesi, lavori occasionali e collaborazioni.

Di |2024-07-15T10:04:49+01:00Dicembre 23rd, 2017|futuro del lavoro, MF, Smart Working|0 Commenti