Smart City? Milano è all’avanguardia: ecco i suoi 4 segreti
Che cosa significa “Smart City”? Letteralmente vuol dire “città intelligente”. Un luogo dove vengono attuate strategie di pianificazione con l’obiettivo di ottimizzare e innovare tutti i servizi pubblici. Ambiamo ad un mondo di macchine? Assolutamente no. Ma oggi più che mai è necessaria una trasformazione digitale che metta i cittadini al centro per garantirgli tutte le opportunità possibili.
Roberta Cocco, dal 2014 direttore Piani di Sviluppo Nazionale per Western Europe, promuove progetti di innovazione per lo sviluppo e la messa in atto dell’Agenda Digitale con i Governi e le Istituzioni nelle 12 Nazioni dell’area, è da settembre 2016, su chiamata diretta del sindaco di Milano Beppe Sala, assessore alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici del Comune. In questo dialogo racconta i segreti che hanno reso la città meneghina la più innovativa d’Italia.
Quali sono i pilastri della strategia digitale?
Il piano di trasformazione della città di Milano si basa su quattro pilastri: infrastruttura digitale, ovvero tutto quello che serve per preparare il terreno per l’attività vera e propria di trasformazione come wi-fi, 5G e banda larga; servizi digitali ai cittadini per offrire una relazione diretta e più moderna, innovativa e più facile con la pubblica amministrazione. Il terzo pilastro è l’educazione digitale: non possiamo velocizzare i servizi digitali senza ricordarci di permettere al maggior numero possibile di persione di usufruirne, perciò portiamo avanti iniziative atte a lavorare affinché tutti i nostri cittadini possano avere conoscenze di base per accedere ai servizi digitali.
L’ultimo pilastro riguarda le competenze digitali, ovvero la possibilità di realizzare progetti e iniziative, sia interne al Comune che con dei partner, per diffondere il valore di avere un profilo digitale che ci aiuti a entrare nel mondo del lavoro e fare carriera.
In quanto tempo una città diventa “smart”?
Il processo non si fa schioccando le dita, l’Italia intera è molto indietro nella trasformazione digitale. Però negli ultimi anni si è vista una grande accelerazione dei processi. Questo è un lavoro che prevede molto impegno e grande condivisione di intenti tra le persone che si attivano nella città. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, appoggia molto questo progetto, questa visione. Perché il digitale alla fine è una funzione trasversale che deve permettere a tutte le singole componenti di fare meglio il loro lavoro: dall’urbanistica alla mobilità, dalla sicurezza all’innovazione. Bisogna però fare leva su quelle che sono le principali esigenze del cittadino.
Vogliamo essere un modello di sperimentazione per tutte le altre città italiane. Anche per questo abbiamo iniziato a dialogare con altre amministrazioni comunali
Quali saranno i benefici concreti per i cittadini dal passaggio da città analogica a città digitale?
La parola chiave è “servizi”. Al cittadino non importa quali sono le difficoltà della tecnologia e dell’informatica. Di questo ci dobbiamo occupare noi. Al cittadino interessano i servizi . Noi abbiamo fatto una serie di sperimentazioni negli ultimi due anni, una in particolare riguarda il pagamento digitale. Abbiamo dato alle persone la possibilità di pagare un tributo, nello specifico la tari, direttamente in modo digitale. E questo ci ha permesso di avere un incasso enorme e in anticipo rispetto alle scadenze. Andando ad analizzare quando i cittadini hanno usufruito di questo servizio, si è registrato che l’hanno fatto principalmente la sera e nel weekend. Questo significa che se tu metti a disposizione i servizi digitali, le persone li usano quando ne hanno bisogno e crolla finalmente il limite dello sportello che ha un orario di apertura e di chiusura.
Quali sono state le tre iniziative più significative attuate da quando lei è assessore?
Una molto tecnica, ovvero un piano di interoperabilità di dati. Lavoriamo in modo incessante nella raccolta di tutti i dati del Comune di Milano per generare un unico database a cui poter accedere per trarre informazioni; la seconda è il fascicolo del cittadino ovvero il singolo servizio dove i cittadini possono trovare tutti i documenti anagrafici che li riguardano e la terza iniziativa che mi sento di sottolineare è, appunto, il pagamento digitale.
La città di Milano è sicuramente un territorio privilegiato per questo tipo di sperimentazione. Ma se si volesse esportare il modello anche in altre città italiane quali dovrebbero essere gli interventi da attuare prima di proporre questo cambiamento che è anche di tipo culturale?
È vero, tutto quello che stiamo facendo è possibile perché siamo a Milano. Un luogo dove l’amministrazione crede molto in questo progetto. Ma assolutamente non vogliamo “correre da soli”. Anzi, vogliamo essere un modello di sperimentazione per tutte le altre città italiane. Anche per questo abbiamo iniziato a dialogare con altre amministrazioni comunali in modo da diffondere la conoscenza della materia che abbiamo acquisito sino ad ora.