Da Twitter a X: com’è cambiato il social dopo l’arrivo di Musk
A volte ciò che accade sui social ha dirette conseguenze sulla realtà. E Twitter, da quando è nato, ormai quasi diciotto anni fa, è stato uno dei mezzi più utilizzati per trasformare qualcosa di virtuale in un cambiamento reale. Ci sarebbe stato l’assalto al Campidoglio se Donald Trump non avesse twittato «grande protesta a D.C. il 6 gennaio»? E le informazioni sarebbero state diffuse allo stesso modo se non ci fosse stato Twitter durante l’inizio della Primavera araba?
L’intento dei creatori Jack Dorsey, Evan Williams, Biz Stone e Noah Glass era quello di dare vita a una “piazza virtuale” in cui fosse possibile scambiare brevi messaggi con un gruppo di persone. Tutto è iniziato da uno stilizzato uccellino azzurro comprato su iStock per una quindicina di dollari, poi presto modificato con l’aiuto di un grafico. Negli anni, Twitter è diventato una piazza (spesso nemmeno troppo virtuale), ma anche la vetrina di tutti i leader e politici del mondo da Emmanuel Macron a Nicolás Maduro, da Papa Francesco a Giorgia Meloni. Si è spinto molto al di là dei confini terrestri, arrivando anche sulla luna. «Ciao, twitterverso! Adesso tweettiamo direttamente dalla Stazione spaziale internazionale», aveva scritto l’astronauta statunitense Timothy Creamer nel 2010.
Ma dell’idea originale di Twitter, in realtà, oggi rimane ben poco. Da quando, a ottobre 2022, il fondatore di Tesla e SpaceX Elon Musk ha acquistato il social dell’uccellino per quarantaquattro miliardi di dollari, i cambiamenti non si sono arrestati. Che ci sarebbero state delle trasformazioni si era capito fin da subito. Lui stesso aveva detto in un tweet che i suoi intenti erano quelli di trasformare la piattaforma e promuovere maggiore libertà di parola.
Una nuova era
L’inizio della nuova era si è aperto con un discusso licenziamento di massa a pochi giorni dal suo arrivo. Sono seguite poi alcune modifiche che hanno toccato da vicino gli utenti. Primo tra tutti l’abbonamento Twitter Blue – che adesso si chiama Premium – che permette di modificare i tweet, di scrivere testi più lunghi, di disporre di Nft come foto profilo e di accedere alla spunta blu, che in precedenza era riservata solo ai personaggi pubblici con l’intento di confermarne l’identità.
Alcune novità hanno riguardato direttamente anche le realtà commerciali. Un esempio è il nuovo regolamento dell’Api del sito. L’Api, application programming interface, mette in connessione diversi prodotti e servizi digitali ed è utilizzata dalle aziende per creare bot sul sito o per fare delle analisi. Il servizio, prima di Musk, era gratuito ma adesso non più, o meglio, non per tutti. Una delle conseguenze dell’Api gratuito era l’invio di tweet automatici da parte dei servizi di emergenza e di trasporto pubblico. Dopo la decisione di mettere il servizio a pagamento, Musk è tornato in parte sui suoi passi, decidendo di concedere l’accesso gratuito all’Api ad alcuni servizi di pubblica utilità.
A fine 2022, poi, Twitter ha rilasciato il conteggio delle visualizzazioni per ogni tweet, un’impostazione molto utile per i content creator e per le realtà che lavorano nel settore del marketing.
Ma i cambiamenti veri sono arrivati ad aprile 2023, quando Twitter è stata fusa con una società sempre di proprietà di Elon Musk, la X Corp, fondata poco prima, a inizio marzo di quest’anno. Da quel momento la X è diventata il simbolo del cambiamento più radicale e più visibile del social del cinguettio. L’iconico uccellino azzurro è stato sostituito da un’apparente anonima X bianca e nera. E, automaticamente, Twitter è diventato X (anche se la maggior parte delle persone, almeno per ora, continua a chiamarlo “Twitter”).
Come sostiene il New York Times, nessun grande social media ha mai affrontato un tale cambio di nome prima: «Nel 2016, Snapchat ha eliminato “chat” dal suo nome aziendale, ma ha mantenuto invariato il nome dell’app. Quando Facebook ha cambiato il nome della sua società madre in “Meta”, nel 2021, ha anche lasciato il nome del suo social network di punta».
Musk ha spiegato su X che il cambiamento del nome procederà di pari passo con la «trasformazione della piattaforma in una super app». L’obiettivo ultimo dovrebbe essere quello di farla diventare un’applicazione dall’interattività illimitata, «incentrata su audio, video, messaggistica, pagamenti/servizi bancari, che crea un mercato globale per idee, beni, servizi e opportunità» e in cui l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo cruciale, ha scritto su X Linda Yaccarino, amministratrice delegata dell’azienda.
I tweet adesso sono diventati post, anche se qualcuno ha proposto – senza successo al momento – di chiamarli xeets o scerpts. Con l’avvento della grande novità, inoltre, è possibile monetizzare, grazie a un programma di condivisione delle entrate pubblicitarie con i creatori di contenuti, accedendo alla sezione “monetizzazione” direttamente dall’app.
L’ultima novità, che impatterebbe davvero sulla fruizione della piattaforma, è che X potrebbe diventare a pagamento. A detta dell’imprenditore, questo sarebbe «l’unico modo per evitare i bot», cioè i meccanismi automatici che sui social simulano il comportamento umano.
Insomma, con i cambiamenti introdotti da Musk, X è diventato qualcosa di completamente differente dall’idea originaria dei suoi creatori. Ha perso il suo ruolo di «place to be durante le catastrofi ed eventi di rilievo» per diventare qualcosa che, al momento, rimane in parte ignoto. Certo è che altre novità aspettano il social dell’ex uccellino azzurro. Ma intanto, il CEO di Tesla mette le mani avanti, non negando il rischio di un eventuale fallimento.