I cervelli di ritorno che danno la paga a Netflix e Spotify
Cinque amici e compagni di studi, quattro italiani e un polacco, si incontrano a Copenhagen e decidono di fondare una startup: l’impresa fallisce ma tornano alla carica e nel 2013 creano Bending Spoons. Un anno dopo si trasferiscono a Milano, oggi la loro è tra le prime dieci aziende al mondo per download di applicazioni secondo Sensor Tower, agenzia di app intelligence californiana, al nono posto davanti a giganti del Web come Netflix o Spotify, vanta 120 milioni di download e realizza circa 20 prodotti scelti da una media di 200mila nuovi utenti al giorno. La sede di Bending Spoons è in corso Como 15, in un grande open space luminoso affacciato sui nuovi grattacieli di Milano, progettato dai fondatori. «Noi pensavamo di avere la chance di offrire un lavoro molto interessante in un ambito molto innovativo con possibilità di crescita enormi e volevamo mettere questa opzione al servizio di tanti ragazzi che in caso contrario sarebbero andati all’estero» racconta Matteo Danieli, 34 anni, co-fondatore e responsabile del prodotto.
L’idea del nome e poi del logo dell’azienda, un simbolo di infinito aperto formato da due cucchiai piegati, in inglese bending spoons appunto, nasce dal film Matrix: «In una scena del film un bambino piega un cucchiaio con il pensiero: il senso del nome si ricollega alla convinzione che per poter avere un impatto determinante per la realtà il modo migliore sia guardarla da un punto di vista completamente diverso dagli altri» spiega Danieli.
La ricetta per arrivare al successo di Bending Spoons parte dall’approccio e si basa su tre punti: tecnologia, che aiuta ad automatizzare ed eliminare mansioni manuali e ripetitive; dati, perchè le decisioni prese in azienda sono basate su modelli matematici per predire il comportamento degli utenti in futuro, e soprattutto le persone. «Investiamo molte più risorse nel selezionare, prima, e poi nel cercare di sviluppare e rendere felice chi lavora per noi, è l’asset più importante che abbiamo – dice il fondatore – quello che ci ha permesso di avere successo in un mercato estremamente competitivo e concorrenziale è aver professionalizzato il settore: la strategia è non focalizzarci su una categoria ma sviluppare applicazioni in categorie molto diverse».
[legacy-picture caption=”Al lavoro negli uffici di Bending Spoons a Milano in corso Como” image=”84a4bbde-3abf-4e14-aa6f-959a87e66e8d” align=””]Per poter avere un impatto determinante per la realtà il modo migliore è guardarla da un punto di vista completamente diverso dagli altri.
A Bending Spoons lavorano 70 persone di 9 nazionalità, il 10% sono stranieri e il 30% donne. Il profilo più cercato, e anche quello per cui storicamente è più difficile assumere è ingegnere del software, ma di recente l’azienda ha assunto in altre aree come il marketing. «Ci sono molti ragazzi italiani che studiano e vanno all’estero a lavorare per grandi aziende come Google e Facebook, e poi probabilmente le università non formano abbastanza professionisti – spiega Matteo Danieli – per noi è molto difficile trovare ragazze soprattutto in quell’ambito, penso sia un problema legato ad una questione culturale e sociale, per qualche motivo vengono indirizzati verso tipi diversi di carriera. Noi saremmo molto contenti di accoglierne tante».
La ricetta per arrivare al successo di Bending Spoons parte dall’approccio e si basa su tre punti: tecnologia, dati e soprattutto le persone.
Tra le app più conosciute e scaricate di Bending Spoons ci sono 30 Day Fitness per allenarsi da casa e Slide Show per selezionare foto e video da postare sui social. L’azienda, che non ha investitori esterni perchè il 100% è in mano ai fondatori e ai dipendenti, punta a chiudere il 2018 con più di 40 milioni di fatturato e ha un piano di sviluppo che prevede di raddoppiare il personale in due anni.
Il fatto di aver conquistato la top ten mondiale per download di applicazioni secondo Danieli «prova che anche in Italia si può creare un’azienda che competa nello scenario globale» e può «fare interrogare molti su come bisogna imparare come il mercato evolve, sui nuovi mercati che si aprono e sul portare più talenti e investimenti nei settori che permettono passi avanti» aggiunge il fondatore. «Il nostro obiettivo è diventare i principali publisher al mondo di app, creare le app più conosciute, migliori e di qualità e con le performance finanziarie migliori in quante più categorie possibile, penso che in qualche anno ci riusciremo» conclude con un sorriso.