Quando l’abito fa il monaco (e aiuta a trovare lavoro)


Chris è un 31enne del Bronx. Nonostante sia cresciuto in una zona difficile, è riuscito a diplomarsi. Tuttavia, dopo il diploma, ha scoperto velocemente come quel pezzo di carta abbia scarso valore nel mondo reale. A quel punto Chris non è in grado di andare al college o trovare un lavoro adatto alla sua istruzione. Passa da un lavoro umile all'altro finché non comincia ad avere anche problemi di salute. Scoraggiato Chris esprime le sue frustrazioni al proprio assistente sociale. Ed è a quel punto che incontra Career Gear. Un bivio che gli cambia la vita, lo indirizza al programma ACCES-VR, che offre opportunità educative a chi ne ha bisogno e che gli pagato una scuola di cucina. Oggi Chris fa il cuoco e la sua vita è cambiata.

Questa è solo una delle 40mila vite recuperate dall'associazione statunitense Career Gear, un'esperienza nata nel 1999 quando Gary Field decide di fondarla ispirato dalla propria esperienza personale. Field infatti negli anni 90 aveva problemi di droga e viveva con pochi dollari al giorno. Nonostante le difficoltà, riuscì a risparmiare 50 dollari per comprarsi un abito per un colloquio di lavoro. Era il 1994. Cinque anni dopo si era laureato e aveva avviato una brillante carriera nel mondo dei servizi sociali newyorkesi.

Ma come funziona Career Gear?
Inizialmente si trattava di un semplice programma pensato per aiutare uomini bisognosi fornendo abbigliamento adatto per sostenere colloqui di lavoro. Uno strumento semplice, ma potente per persone che stavano provando a reinventarsi e a ricominciare.

Oggi quell'esperienza invece è cresciuta e negli Stati Uniti è diventata un piccolo trampolino sociale. Così le opportunità che Career Gear mette a disposizione dei sui clienti sono aumentate:

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  1. Job Readiness
    I clienti arrivano a Career Gear indirizzati dalle agenzie di servizi sociali e di comunità nel momento in cui ciascun candidato ha completato un programma di formazione professionale e ha un colloquio di lavoro programmato. I volontari di Career Gear lavorano con ognuno per rivedere il curriculum, l'ambiente con cui ci si dovrà confrontare e il tipo di colloquio che aspetta il candidato, offrendo suggerimenti e strumenti specifici per superare eventuali ostacoli. A quel punto c'è la Interview Clothing che consiste in un servizio di consulenza di immagine e abbigliamento appropriato. Ogni cliente riceve una scelta personalizzata con diverse opzioni di abbigliamento in base alle sue esigenze. Più del 90% dell'abbigliamento che Career Gear fornisce è nuovo, ed è donato da produttori e designer. Il restante 10% arriva da donazioni individuali.
  2. Professional Development Series
    Sono veri e propri corsi di formazione. Forniscono competenze incentrate sullo stato professionale ed emotivo dei partecipanti, che si impegnano in esperienze che cambiano la vita. Il programma di studi è suddiviso in quattro categorie principali di sviluppo: occupazione, finanze, genitorialità e equilibrio della vita. Essendo un programma di gruppo fornisce un ambiente che promuove partecipazione, discussione, responsabilità, networking e supporto. Le sessioni si svolgono di sera e sono facilitate da professionisti che offrono volontariamente il loro tempo e la loro conoscenza per garantire esperienze significative a tutti i partecipanti. Il programma è diviso in due fasi e il posizionamento è determinato dalla partecipazione, dal livello di abilità, dall'impegno e dalla revisione dei dati.

  3. The Mast Program
    Il programma MAST (Mentoring: Advancement, Success and Transition) è stato lanciato nel 2010 come programma di tutoraggio individuale grazie ai finanziamenti della Fondazione Pascal Sykes. Come addendum personalizzato per la serie di sviluppo professionale, questi incontri uno a uno hanno aiutato un numero significativo di partecipanti ad aprire conti bancari, re-impegnarsi con i loro figli e dare un contributo positivo alle loro comunità. I partecipanti al Professional Development Series sono associati a mentori esperti per sei mesi, e si incontrano ogni due settimane per almeno un'ora. I partecipanti sono sfidati con compiti specifici come: revisione dei curricula, perfezionamento delle ricerche di lavoro basate su Internet, preparazione di una valutazione sul posto di lavoro, creazione di budget settimanali, gestione del credito e del debito, risoluzione degli ordini di sostegno dei figli, impegnarsi in stili di vita sani e lavorare con banche e creditori.


Uno spot di Jhonny Walker sull'impegno di Gary Field del 2014

Ma il cambio di abito può essere davvero così determinante? La risposta pare proprio essere affermativa. Come spiega uno studio del 2015 della California State University che, attingendo dalla letteratura sulle conseguenze psicologiche dell'abbigliamento, «ha verificato se indossare abiti formali migliori l'elaborazione cognitiva astratta. Cinque studi hanno fornito prove a supporto di questa ipotesi». Una conferma che un abito elegante, in cui crediamo di apparire al meglio, fa sentire più sicuri. In particolare, «i risultati dimostrano che l'abbigliamento indossato influenza la cognizione in generale, influenzando lo stile di elaborazione che cambia il modo in cui gli oggetti, le persone e gli eventi vengono interpretati».

[legacy-picture caption=”Bernard, immigrato da Haiti, New York City ” image=”2a423955-a581-4793-b751-e4f6b935dcbf” align=””] [legacy-picture caption=”Cesar, Bronx, New York City ” image=”f2a38685-a7c5-4f61-8d9a-3d1e707571f1″ align=””]

A sinistra Bernard, immigrato da Haiti a New York City a destra Cesar del Bronx, New York City


«Bisogna partire dal motto di Career Gear per capire la bontà di questo incredibile progetto di solidarietà: “Un abito, una seconda chance” e inizialmente, infatti, ci si preoccupò soltanto di raccogliere abiti usati che ogni volta venivano adattati dalle sapienti mani di sarti volontari.», sottolinea Paolo Iabichino, grande esperto di comunicazione sociale e chief creative officer di Ogilvy & Mather. «Ma molto presto al vestito su misura, alla vigilia dei colloqui si affiancò l’attività di mentoring per la costruzione di un perfetto curriculum vitae. Recentemente poi l’attività di questa organizzazione si è allargata con il sostegno volontario di coach che affiancano gli uomini in difficoltà in programmi di riabilitazione al lavoro, workshop e corsi di educazione finanziaria, soft skill, motivazione e stili di vita».

[legacy-picture caption=”Nancy Pelosi premia Career Gear” image=”476a336a-6723-4d8c-be54-10627eba0796″ align=”right”]

Risultati, quelli di Career Gear, che non sono passati inosservati. Già, dieci anni fa, il 26 maggio 2009, l'allora presidente della Camera, Nancy Pelosi, ha insignito il direttore esecutivo di Career Gear Gary Field con il Premio per il servizio di volontariato nazionale alla Casa Bianca presso l'edificio per uffici congressuali della Rayburn House per la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Dopo di che l'ex candidato presidente dei democratici Hillary Clinton chiese che una bandiera venisse issata sopra il Campidoglio per onorare il lavoro di Career Gear a New York City.

Più recentemente (il 17 giugno 2014), Field è stato premiato allo Yankee Stadium con il President's Volunteer Service Award, «in riconoscimento e apprezzamento dell'impegno a rafforzare la nazione e di fare la differenza attraverso il servizio di volontariato».

Inoltre, il lavoro di Career Gear è stato insignito da Echoing Green Foundation Fellowship for Social Change Entrepreneurs, con il Person of the Week di New York e con il Premio "Everyday Hero" di PepsiCo.

Sono ormai 20 anni che Career Gear dà una seconda chance in America. Oggi è presente a New York, Baltimore, Washington, Houston, Houston County, New Haven e San Antonio. Per i prossimi venti l'idea è quella di aprire una filiale europea, magari proprio in Italia, dove gli abiti eleganti non mancano certo e sono diverse le persone alle quali poter concedere una nuova chance.

Di |2024-07-15T10:05:16+01:00Dicembre 14th, 2018|Formazione, Inclusione Sociale, MF|0 Commenti