Carlo Mazzone: chi è, cosa dice e come pensa il prof che corre per essere il migliore del mondo


«Mia madre riempiva la nostra casa con la sua passione per la scuola. Da bambini d’estate organizzava me e i miei quattro fratelli come un team giornalistico. Così nella nostra cucina nasceva il giornale “pensieri d’estate”. Un giornale serio, sia chiaro. Con copertina, editoriale, immagini. Mia madre era una maestra bravissima, anche mio padre insegnava. Io per molti anni ho lavorato in azienda, ma quando mi si è presentata la possibilità di insegnare mi è sembrato un richiamo alle origini». A parlare è Carlo Mazzone, un professore selezionato tra i 10 finalisti del prestigioso Global Teacher Prize (premio annuale da 1 milione di dollari promosso della Varkey Foundation che viene assegnato ad un insegnante che ha dato un contributo eccezionale alla professione, il nome del vincitore sarà reso pubblico il 3 dicembre). Non era mai successo prima che un italiano entrasse in questa rosa. Mazzone, che insegna ICT e informatica all’istituto tecnico ITI ‘G. B. B. Lucarelli’ di Benevento, è stato selezionato tra più di 12mila nomine e candidature provenienti da oltre 140 Paesi.

Carlo Mazzone ha 56 anni, è nato a Ceppadoni in provincia di Benevento, un comune di 3mila abitanti, in collina. «Vivo ancora qua», racconta. «Ho impegnato molte delle mie energie per rimanere nel mio territorio». Lavorare al sud, nella sua terra, è sempre stato il suo sogno. Dopo la laurea in scienze informatiche conseguita all’università degli studi di Salerno quando aveva 27 anni, inizia a lavorare in azienda come programmatore software. «Nel 2000», ricorda, «faccio il concorso per insegnare e poi quasi me ne dimentico. Nel 2004 arriva la prima richiesta e mi lancio nell’avventura con una missione precisa: fare le cose in maniera diversa, la scuola è una fonte di speranza assoluta per il futuro, un baluardo della società. Dovrebbe essere attenzionata al massimo delle possibilità».

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Mazzone insegna informatica, e dopo diverse esperienze, sette anni fa approda all’istituto tecnico industriale Lucarelli. «Qui», continua, «do il meglio di me. È un istituto ad indirizzo prettamente informatico, e se ho ottenuto la nomination al Global Teacher Price lo devo soprattutto alla possibilità che ho avuto qui di fare, immaginare e creare una scuola diversa. Prima di tutto ho portato il concetto di imprenditorialità nel mio modello di insegnamento, le iniziative che nascono a scuola possono diventare alberi robusti».

Mazzone fa lavorare i suoi studenti in gruppi di 3 persone, ogni gruppo sceglie il suo responsabile, il team leader, che si interfaccia con il committente. «Il committente sono io», sorride, «il professore». Tutti i team si dotano di un brand aziendale e realizza un progetto. «Un videogioco, un’applicazione web o mobile», spiega Carlo Mazzone. «I ragazzi, quando chiedi loro di fare qualcosa che piace, qualcosa che davvero ritengono utile, si illuminano, si divertono. Solo loro che ti chiedono le cose e non ti considerano più “quello che mette i voti” ma “quello che gli può dare una mano”. Si inverte il paradigma docente/alunno, non sei qualcuno da cui fuggire ma un punto di riferimento a cui affidarsi. La scuola deve uscire dai banchi ed entrare nel mondo reale».

Con me si inverte il paradigma docente/alunno, non sei qualcuno da cui fuggire, ma un punto di riferimento a cui affidarsi.

Carlo Mazzone, professore ICT e informatica

Un esempio di imprenditorialità che entra nelle classi? «Un gruppo di miei alunni», risponde Mazzone, «ha inventato Farm Animal Trade. Il progetto ha passato le fasi regionali ed è entrato nel programma nazionale didattico di educazione imprenditoriale “Impresa in azione” di Junior Achievement Italia: la nostra start up, creata in classe, è risultata vincente al primo posto fra le 24 finaliste. Questo successo ha permesso al nostro team di partecipare alla ulteriore fase internazionale della competizione che ha visto in gara 40 team di 39 differenti Paesi del continente europeo. I miei studenti si sono così classificati al terzo posto alla competizione JA Europe Company of the Year Competition 2019 svoltasi a Lille (Francia) dal 3 al 5 luglio 2019».

Gli alunni della classe hanno realizzato quindi una vera e propria azienda simulandone tutti gli aspetti, anche imprenditoriali, realizzando una applicazione web per la gestione della compravendita di animali da allevamento.

«E sono partiti da un caso concreto», aggiunge Mazzone. «In Italia, la compravendita di animali da allevamento è ancora gestita secondo tecniche tradizionali, tramite la figura dell’intermediario, che fa aumentare costi e tempo. Questo problema si presenta ancora tutt’oggi a tutti gli allevatori, e l’idea nasce perché nel complesso scolastico ci sono ragazzi figli di proprietari di aziende agricole i quali si trovano a combattere tale problematica. Il progetto Farm Animal Trade vuole rimuovere tale figura di intermediazione tramite una piattaforma in cui privati e aziende agricole possono inserire annunci dei capi da vendere per poi essere visualizzati da un pubblico su larga scala nazionale. Il punto di forza di questa startup è la garanzia che ogni animale in vendita sia assolutamente sano e tracciabile. Infatti, all’inserimento dell’annuncio vengono richieste informazioni specifiche riguardanti la locazione e l’identificativo dell’animale e anche certificati sanitari della stalla di appartenenza. Inoltre, mettendo in diretto contatto venditore e compratore si riducono tempi e costi».

I ragazzi di Farm Animal Trade hanno presentato richiesta di finanziamento per il bando Resto al Sud, hanno svolto il colloquio di valutazione ed aspettano l’esito. Ma indipendentemente da esso costituiranno l’azienda.

Di |2024-07-15T10:06:09+01:00Novembre 18th, 2020|Formazione, Human Capital, MF|0 Commenti
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