Altro che distrazione: come usare (bene) Whatsapp a scuola


Soprattutto nei suoi primi anni di vita, lo smartphone è stato visto più come un problema che come una risorsa per gli insegnanti. Troppe distrazioni in aula per gli studenti, si diceva. Eppure pian piano i cellulari sono diventati parte integrante anche della didattica e destino simile è toccato a Whatsapp, la più famosa app di messaggistica istantanea: in molte scuole sono partite sperimentazioni per utilizzarla nelle comunicazioni tra docenti e ragazzi, in classe e fuori. E in effetti ci sono molti modi in cui Whatsapp può dimostrarsi un valido strumento formativo.

Partendo dai bambini più piccoli, per esempio, il primo impatto immediato è nell'insegnamento della scrittura e della punteggiatura. Anna Mariani, maestra elementare a Pisa, ha raccontato su YourEduAction la sua esperienza, iniziata chiedendo alle mamme di prestare per 5 minuti al giorno il proprio cellulare al figlio, nel pomeriggio. Da lì l'invio di piccolissimi messaggi, domande a cui il bambino doveva rispondere. Poche parole erano sufficienti per ottenere un risultato: all'inizio i bambini scrivevano tutto attaccato, senza alcuna punteggiatura, magari sbagliando l'ortografia. Il cellulare contiene già di per sé un correttore, ma i consigli della maestra, in tempo reale e soprattutto mirati, hanno integrato l'insegnamento.

Un gruppo Whatsapp può aiutare l'inclusione, facilitando le interazioni e il senso di appartenenza

Anna Mariani cita anche un esempio del suo lavoro, uno scambio tra lei a un alunno.

Luigi: Ciao maestra ho comprato un libro un lapis e una borsina.

Maestra: (Ciao maestra, ho comprato un libro, un lapis e una borsina.) Ciao Luigi, come stai? Sono felice che tu abbia comprato tante belle cose.

Luigi: “Ciao maestra, ho comprato un libro, un lapis e una borsina. Ti voglio tanto bene

Come appare evidente, la forza sta nell'unire episodi (e dunque frasi) della vita quotidiana del bambino a un aspetto didattico, in questo caso grammaticale.

Ancora legato alle parole è il caso di Carla Romoli, docente di scuola media di Bologna che ha deciso di utilizzare Whatsapp per restituire ai ragazzi la capacità di sofferamarsi sui vocaboli meno utilizzati, di capirli e di farli propri. Ogni sera la professoressa invia infatti un messaggio ai suoi alunni, scegliendo una parola: “Ciao ragazzi, la parola di stasera è: abisso. Significa profonda voragine, viene dal greco: luogo senza fondo. Buonanotte”. E così via, sperando che un gesto così semplice faccia apprezzare ai ragazzi la varietà della lingua.

Da citare anche l'iniziativa di Maria Teresa Luongo in una scuola media nella provincia di Benevento, avallata dall'intero istituto: un progetto di durata annuale per coinvolgere una classe in un gruppo Whatsapp da utilizzare dentro e fuori l'aula. Perché? Lo spiega la stessa scuola: “Sarà possibile postare link, compiti, foto di appunti per gli alunni assenti, chiedere materiale o attività propedeutiche per il giorno dopo, informare di eventuali variazioni o novità, ecc. Per di più essere in un gruppo, seppur virtuale, aiuterà l’inclusione: lo schermo digitale faciliterà l’interazione sociale e restituirà un senso di appartenenza progettuale al gruppo classe”.

La app aiuta anche ad abbattere costi e sprechi, riducendo le fotocopie

È dunque importante notare come da una parte Whatsapp sia importante per chi non è in classe – e può così recuperare compiti, materiale, persino l'audio di una lezione – ma anche per chi in aula c'è e si è perso qualcosa.
L'archivio potenzialmente infinito di Whatsapp e la possibilità di creare gruppi broadcast consentono di memorizzare per tutto l'anno scolastico esercizi, consigli, linee guida che possono essere ripescati nel momento del bisogno. In Inghilterra, per esempio, una docente ha raccontato di archiviare alla fine di ogni lezione un audio con il riepilogo degli argomenti trattati, i compiti assegnati a casa e l'obiettivo della lezione successiva.

Ci sono poi funzioni molto pratiche e istantanee che possono servire durante la lezione. Pensiamo a quante fotocopie erano necessarie un tempo per consegnare ai ragazzi lo stesso testo da leggere. Via lo spreco di carta, via i costi di inchiostro o fogli, basta un clic e con Whatsapp il file è condiviso con tutti. O ancora: pensiamo a una serie di grafici fatti alla lavagna che devono essere cancellati per far posto ad altri. Anche in questo caso, basta inviare i singoli file sui cellulari e rimarranno senza il rischio di perdersi o senza che qualcuno possa copiarli in maniera errata o incompleta. Per non dimenticare la possibilità di inviare audio e video, anche di grandi dimensioni: spezzoni di documentari, interviste, servizi giornalistici che possono corredare la spiegazione dell'insegnante.

Insomma, buoni motivi per non considerare più Whatsapp soltanto come una distrazione.

Di |2024-07-15T10:05:33+01:00Settembre 11th, 2019|Formazione, Innovazione, MF|0 Commenti
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