Company Culture, il sistema operativo formato da persone per far crescere le imprese
L’azienda è un organismo vivo, complesso, fatto di persone prima ancora che di regole, procedure e politiche interne. Immaginarla o, peggio, governarla come un monolite significa condannarla all’immobilità e, dunque, al fallimento. La digital transformation prima e la pandemia causata dal Covid-19 dopo, hanno mostrato l’urgenza di trovare modi di lavorare e fare impresa che siano adeguati alle tecnologie e al ritmo improvvisato del nostro presente imprevedibile. Nel futuro che si sta delineando, le imprese, grandi o piccole che siano, che vorranno davvero crescere e prosperare, dovranno adottare un nuovo modello culturale o, meglio, un nuovo “sistema operativo”.
Si intitola Company Culture, il “sistema operativo” fatto di persone che far crescere le aziende, dall’omonimo libro (edito da Egea) di Alessandro Rimassa, imprenditore, scrittore ed esperto di trasformazione digitale, il workshop di PHYD che si è tenuto in streaming lo scorso 21 ottobre. Presenti nell’Hub di Milano, lo scrittore e la giornalista de Linkiesta Lidia Baratta.
Ma cosa si intende in questo caso per “sistema operativo”? Ovviamente non c’entrano nulla iOS, Android o Linux. Quella di Rimassa è una metafora, una piccola provocazione, utile a descrivere più efficacemente il funzionamento di ogni azienda, la cultura e i valori alla base della sua organizzazione e dei suoi processi produttivi, il modo in cui questa va modificandosi nella nuova e articolata normalità che stiamo vivendo e che richiede sempre più improvvisazione, flessibilità e innovazione. Cambiare sistema è possibile oggi solo se si investe strategicamente nel capitale umano. Sono le persone a dover essere messe al centro nella nuova impresa che verrà. Occorre lavorare insieme, dunque, comunicare spesso, in modo orizzontale e trasparente, su valori e obiettivi condivisi, produrre senso, non solo profitto, ma soprattutto è vitale costruire reciproche relazioni di fiducia. Accettare il rischio di un rapporto paritario e non più gerarchico.
Quando Alessandro Rimassa parla di cambiamento, pensa principalmente alla realtà delle PMI, che sono il tessuto economico del nostro Paese. Big company e start up hanno, infatti, saputo rispondere con prontezza alla sfida lanciata dal Covid-19, mostrandosi non solo resilienti, ma persino antifragili.
Dobbiamo fare in modo che il ‘sistema operativo’ delle piccole medie imprese cambi velocemente, altrimenti perderanno i lavoratori migliori, la capacità di essere competitive e quella necessaria spinta all’innovazione che devono avere.
E come fare nel concreto? Innanzitutto, serve una leadership diversa – e per questo è imprescindibile la formazione continua – che creda fortemente nel binomio produttività – felicità e che lavori per rendere le proprie persone contente di quello che fanno e libere di farlo quando e come preferiscono. Benessere, ascolto attivo, coinvolgimento, sono tutte azioni indispensabili per installare questo nuovo “sistema operativo”, che poi altro non è che una più agile e inclusiva cultura aziendale. Ma non è solo il management ad avere la responsabilità di questa rivoluzione. Secondo Rimassa, anche i lavoratori devono prendersi cura dell’azienda, imparando a gestire in autonomia il proprio tempo di lavoro e allenando tutte quelle competenze trasversali indispensabili per prosperare.
Costruire una company culture vincente è forse la più grande sfida che le aziende dovranno affrontare nel prossimo futuro. Ma non è certo l’unica. Moltissime imprese in Italia non si sono ancora dotate di un reale programma di trasformazione digitale. Le tecnologie possono davvero essere, come dice Rimassa, un prezioso abilitatore di relazione, per questo è auspicabile intervenire quanto prima per dotare le piccole e medie realtà imprenditoriali delle infrastrutture necessarie. Tenendo sempre bene a mente che non può esistere nessuna effettiva digital transformation senza capitale umano.
Per approfondire queste tematiche, di cui qui abbiamo riportato una sintesi, ecco la registrazione completa dell’evento. Per guardarlo, è sufficiente registrarsi sul sito PHYD.