Contrordine compagni : la riscossa del lavoro contro la tecnofobia secondo Bentivogli
«Quella a cui stiamo assistendo in questi anni non è una semplice rivoluzione: è il secondo balzo in avanti dell’umanità». Marco Bentivogli, dal 2014 segretario nazionale della Fim, Federazione italiana metalmeccanici Cisl, racconta così il suo nuovo libro Contrordine compagni. Manuale di resistenza alla tecnofobia per la riscossa del lavoro e dell’Italia (Rizzoli). «Dopo la macchina a vapore, ora le nuove tecnologie rappresentano un potenziamento dal punto di vista cognitivo, e ho capito l’importanza di spiegarle. Stanno cambiando la vita delle persone e bisogna far sedimentare una consapevolezza ben lontana dalla paura. Si tratta di un libro che è un processo educativo e culturale, una guida al prossimo salto in avanti e alla necessità di avere spirito di frontiera per affrontarlo».
«I recenti dati Ocse confermano questa tendenza. Già nei prossimi 5 anni l’economia 4.0 genererà 133 milioni di nuovi posti di lavoro spazzandone via 75 milioni. Per questo è fondamentale investire in formazione; non a caso nell’ultimo contratto dei metalmeccanici abbiamo inserito il diritto soggettivo alla formazione; ma non basta, urge una riforma di tutto il sistema formativo nell’ottica del long life learning», spiega Bentivogli. «La difesa a oltranza dell’esistente non ha quindi alcun senso: il futuro si decide e si pianifica grazie alla capacità di trovare e sperimentare soluzioni inedite, pensando non ai propri incarichi temporanei come orizzonte e rifuggendo il ‘ricatto del breve termine’ in cui la politica è imprigionata».
La difesa a oltranza dell’esistente non ha alcun senso: il futuro si decide e si pianifica grazie alla capacità di trovare e sperimentare soluzioni inedite
Un contrordine che riguarda l’elogio del pensiero divergente, di futuri progettisti in grado di leggere queste nuove identità e di ricostruire un mondo al servizio dei progetti dell’uomo, l’unico non sostituibile dagli algoritmi di intelligenza articiale, l’unico capace di ridiscutere verità acquisite per innovare anche il sapere precostituito.
Se quindi, da un lato, l’affermazione delle innovazioni sta rendendo più forte il genere umano, la crescita individuale, morale, sul piano delle competenze e delle capacità progettuali e di governo del cambiamento non appare, però, altrettanto rapida.
«Questo non ci permette di capire e utilizzare in modo sapiente le tecnologie. Un aspetto critico che dobbiamo sicuramente affrontare, una sda a rimboccarci le maniche per coglierne le opportunità e ridurne i rischi», dice Bentivogli.
Contrordine compagni fornisce innanzitutto un alfabeto che consente al lettore di leggere meglio le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, un tentativo riuscito di consapevolizzare alle tecnologie chi non sa spiegarsele. Algoritmi, Industry 4.0, blockchain, coding, Internet of things, robotica. Un lato pedagogico ma anche tecnico che rende accessibile i salti in avanti nel mondo del lavoro. Con le tabelle raccontano come cambia il lavoro con l’Industria 4.0 rispetto a quella fordista: dall’operaio massa si passa al lavoratore più creativo, dall’orario fisso si va allo smart working ma soprattutto dalle basse competenze si arriva alle competenze elevate.
«Non è un’utopia pensare di lavorare di meno a parità di salario», racconta Bentivogli. «Stiamo già provando lo smart working per conciliare la qualità della vita con la produttività del lavoro. Occorre ripartire, e subito, da un approccio competente e positivo all’innovazione tecnologica, da un rilancio dell’istruzione scolastica e della formazione in ambiente di lavoro; da nuovi corpi intermedi, come il sindacato smart, che sappiano guidare e orientare il mutamento in corso».