A lezione di fake news: Università e giornalisti insieme contro le bufale online


Una nuova alleanza tra università e mondo del giornalismo per contrastare le fake news. L’Università di Padova e la Fnsi, il sindacato unico dei giornalisti, hanno firmato un protocollo per integrare un percorso formativo per riconoscere e contrastare le fake news, le cosiddette bufale che spesso intasano il dibattito politico e sociale, soprattutto sui social network.

L’accordo è stato firmato lo scorso 3 ottobre e prevede che l'ateneo di Padova organizzi, con l’aiuto dei giornalisti, corsi, seminari e workshop su questo fenomeno, insegnando sia agli addetti ai lavori che agli studenti come riconoscere e contrastare le notizie false sul web. L'intesa si tradurrà in un corso di alta formazione con laboratori mutidiscipilari, convegni e seminari.

Il rettore dell’ateneo Rosario Rizzuto ha sottolineato le opportunità di una simile intesa: “L’Università vuole essere sempre più motore della società, non solo tramite la formazione dei giovani e la ricerca scientifica, ma anche con un’azione sociale quotidiana. L’obiettivo è quello di costruire una società che garantisca opportunità e diritti per tutti i cittadini”.

Parole in sintonia con quelle di Raffaele Lorusso, segretario generale Fnsi: “L'iperconnettività ha rafforzato l'idea che informarsi non sia faticoso e che la rete sia esaustiva. Si pensa che, grazie a essa, si possa fare a meno di tante competenze. Noi siamo qui con una delle più antiche Università italiane per ribadire che questo è un assunto falso, che non va alimentato”.

L'accordo tra Università e Fnsi prevede il lancio di corsi, laboratori e workshop

Intanto anche alla Camera dei deputati si sta discutendo la proposta di Italia Viva di istituire una Commissione d’inchiesta contro le fake news per capire come la disinformazione possa avere influenzato, anche con ingerenze estere, le tornate elettorali degli ultimi cinque anni.

Sintomo del fatto che quello delle bufale online è un problema sempre più sentito, dall’informazione alla politica. Ma che cosa sono le fake news? Si tratta sostanzialmente di articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, pubblicati con l'intento di screditare qualcuno o comunque provocare una reazione nell'opinione pubblica attorno a un determinato tema. Ecco allora che possono esserci fake news politiche (inventando di un leader che ha intascato tangenti o che vuole alzare le tasse, per esempio), di cronaca (truffe e omicidi in genere attribuiti a migranti, col fine di aumentare la percezione dell'insicurezza) o ancora, diffusissime, riguardo a vip di cui viene annunciata la morte senza che sia vero, o persino su informazioni pseudoscientifiche spacciate per scomode verità nascoste.

Non è semplice, nel mare magnum del web, comprendere le dimensioni del fenomeno. Alcuni studi, però, ci vengono in aiuto. L'Agcom, l'Autorità per le telecomunicazioni, da più di un anno pubblica periodicamente online i suoi rapporti proprio sulle fake news. In uno studio diffuso il marzo scorso, ha evidenziato come circa l'8% dei contenuti informativi online fosse falso. Non un numero di poco conto, se si tiene presente le centinaia di articoli pubblicati ogni giorno da testate autorevoli, bilanciati dunque da decine di fake news immesse nel dibattito pubblico. Secondo lo stesso rapporto, nel 34% dei casi la notizia falsa riguarda la cronaca, nel 19% la politica e nel 18% la scienza.

Ancora l'Agcom, in un rapporto pubblicato invece a luglio, ha preso in esame quanto avvenuto nell'ultima campagna elettorale per le elezioni Europee del 26 maggio. Il dato più significativo è vedere come le fake news si adattino, nei temi, a ciò che domina il dibattito pubblico, con l'obiettivo di modificarne l'orientamento.

In questo senso, circa un terzo dei 30 termini più frequenti nella notizie false erano inerenti alla questione dell'immigrazione: “immigrati”, “clandestini”, “porti”, “sea watch”, “ong”, “profughi” e così via. Un contesto preoccupante se si pensa che, secondo il rapporto Infosfera dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ben l'82% degli italiani non è in grado di riconoscere una bufala sul web. "È innegabile che si tratti di dati inquietanti – ha spiegato Eugenio Iorio, docente di Social media marketing all'Università Suor Orsola Benincasa e coordinatore scientifico della ricerca – perché in un'infosfera cosi configurata i cittadini/utenti, sprovvisti dei piu elementari strumenti di analisi e di critica della realta e privi di qualsiasi strumento di difesa, tendono ad avere una visione distorta della realtà".

Una ricerca dell'Agcom ha svelato che l'8% dei contenuti informativi online sono falsi

Per questo diventa importante saper riconoscere le fake news quando ci si trova davanti a un titolo o un articolo sospetto. Per aiutare gli utenti online, l'Unione europea ha pubblicato una guida dal titolo “Come capire se una notizia è falsa”. Si tratta di un vademecum di otto punti (disponibili sul sito del Parlamento in lingua inglese, ma che qui traduciamo e riassumiamo):

1- Controlla il contenuto. I fatti ti sembrano veritieri? Le cifre sono accurate? Un giornale dovrebbe sempre tenere separati i fatti dalle opinioni, anche visivamente sulla proprio home page.

2- Controlla l'organo di stampa. Lo conosci? Il sito ti sembra avere qualcosa di strano? Digitare su Google il nome della testata può aiutare a scoprire se si tratta di un giornale farlocco. Spesso ci sono siti di bufale che scimmiottano il nome di una testata autorevole, magari cambiando una sola lettera e ingannando così i lettori distratti.

3- Controlla l'autore dell'articolo. C'è qualche firma? Di solito ci deve essere e dovrebbe rimandare a una pagina con tutti gli altri articoli del giornalista.

4- Controlla le fonti. Il giornalista utilizza fonti credibili? Le dichiarazioni sono attriuite a persone definite o ad anonimi?

5- Controlla le foto. Le immagini possono facilmente essere utilizzate in contesti diversi da quello che rappresentano. Esistono però ottimi siti per controllare se una foto sia stata usata altre volte in precedenza, per evitare, per esempio, che un disastro naturale nelle Filippine sia scambiato per uno scenario di guerra a Hong Kong.

6- Pensa prima di condividere. Il titolo e le foto possono essere fuorvianti, l'articolo potrebbe essere visto con leggerezza. Pensa bene al potere della condivisione sui social.

7 – Metti in dubbio le tue stesse convinzioni. Spesso una storia combacia fin troppo bene con quel che vorremmo leggere e questo può indurci a condividerla immediatamente. È qui che dobbiamo fermarci e fare una verifica in più.

8 – Unisciti ai cacciatori di bufale. Fai tue queste precauzioni e diffondi le buone pratiche contro le fake news tra tutti i tuoi amici, virtuali e non, segnalando anche le bufale ai social network.

Di |2024-07-15T10:05:41+01:00Novembre 18th, 2019|Formazione, Human Capital, MF|0 Commenti
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