Il fotovoltaico è donna: l’energia solare sul podio della diversità
Il settore delle energie rinnovabili, in particolare il segmento del solare fotovoltaico, mostra uno dei più alti livelli di inclusività in termini di parità di genere. A evidenziarlo è il report “Solar PV: A Gender Perspective” dell’Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili (Irena), che mette in luce le grandi virtù – ma anche alcune criticità – rilevate a livello globale per un’area occupazionale in rapida espansione.
Le donne costituiscono il 40% della forza lavoro nel settore fotovoltaico, su un totale mondiale di oltre 4,3 milioni di persone nel mondo, ovvero un terzo dell’intero volume numerico di occupati nelle energie rinnovabili. Il dato corrisponde circa al doppio rispetto all’industria eolica (21%) e a quella di petrolio e gas (22%).
Il settore elettrico, nel concludere i contratti, è sempre stato più avanzato, più trasparente rispetto a quello dei combustibili fossili.
Il primo elemento che salta all’occhio, quindi, è la grande differenza tra il fotovoltaico e il resto del comparto energetico, specialmente quello numericamente più importante dei combustibili fossili.
Ilaria Conti, Head of Gas, Hydrogen and Decarbonization Area presso la Florence School of Regulation
«Una delle motivazioni che è possibile addurre può essere quella legata alla tradizione, al modo in cui questi mercati venivano gestiti, organizzati. Mi riferisco soprattutto a gas e petrolio come commodity in senso stretto» spiega Ilaria Conti, Head of Gas, Hydrogen and Decarbonization Area presso la Florence School of Regulation. «Il settore elettrico, nel concludere i contratti, è sempre stato più avanzato, più trasparente rispetto a quello dei combustibili fossili. Nel mercato del gas, il modo in cui venivano conclusi gli accordi sino a epoca relativamente recente era tutt’altro che trasparente, con contratti di lungo periodo per l’importazione in Europa spesso conclusi con terze parti con un’impostazione politica non propriamente democratica. Paesi con cui è sempre stato più semplice stipulare patti dalla natura opaca. Una modalità molto poco femminile: quando si va in Libia per negoziare una fornitura, difficilmente questo tipo di skill è appannaggio delle donne».
La parità di genere migliora l’efficienza del settore
Come affermato dal rapporto di Irena, la parità di genere non è soltanto un diritto fondamentale o un obiettivo di sviluppo. È anche un cruciale strumento per migliorare l’efficienza del settore. Aumenta la produttività, migliora il benessere delle famiglie e genera effetti positivi sul PIL pro capite. Le donne rappresentano un bacino di talento che non è accettabile perdere, oltre che un’opportunità per creare un miglior ambiente di lavoro per i dipendenti. Avere più donne sul posto di lavoro incrementa la cultura organizzativa, generando un miglior coinvolgimento.
Ma nonostante l’alta presenza di donne nel settore, ci sono comunque importanti sbilanciamenti dal punto di vista dei ruoli ricoperti. La maggior parte delle donne occupate nel segmento fotovoltaico è impiegata infatti nell’area amministrativa: ben il 58% del totale. Dato reso così alto dalla preponderante presenza femminile nella zona dell’Asia-Pacifico, la cui media è pari al 62%.
E se la percentuale di donne in posizioni lavorative tecniche è simile alla media globale, la sottorappresentazione femminile diventa evidente quando si arriva invece a esaminare i ruoli manageriali e dirigenziali, con una media ferma al 30%. Una percentuale bassa, che però resta pur sempre maggiore rispetto ad altri comparti dell’energia: per fare un confronto, le posizioni manageriali delle donne nel settore di petrolio e gas sono solo il 13%.
Ma nonostante vi sia una maggiore rappresentanza femminile nel comparto fotovoltaico rispetto alle altre industrie energetiche (soprattutto quella dei combustibili fossili), sono ancora necessari sforzi sostanziali per garantire una maggiore partecipazione delle donne a tutti i livelli dell’industria energetica.
«In generale, si può dire che le donne costituiscano una larga parte della forza lavoro nel solare rispetto agli altri settori. Semplicemente perché le compagnie le assumono, ma anche, come suggeriscono i dati emersi da questa e altre analisi in tutto il mondo, perché le donne sono sempre più attratte dalle energie rinnovabili», spiega Celia Garcìa-Baños, Associate Programme Officer di Irena. «Ma, come in altri campi lavorativi, le donne incontrano ancora numerosi ostacoli, dalla mancanza di accesso equo a istruzione, formazione, mentoring, reti professionali e finanziamenti, al cosiddetto ‘soffitto di cristallo’ in imprese e istituzioni».