Come funziona il modello Fraunhofer per la ricerca applicata all’innovazione d’impresa


Per ogni euro di spesa pubblica investito, 3-4 euro di restituzione in termini di Pil. È il modello Fraunhofer, istituzione pubblica tedesca nata nel 1949 che raccoglie 75 istituti di ricerca in tutti i campi, dalla meccatronica alla biotecnologia, e che punta a mettere la ricerca al servizio dell’innovazione d’impresa. Un approccio dai risvolti molto concreti, legati a doppio filo con l’industria, e quindi volti a contribuire attivamente alla crescita delle aziende.

«Quando il progetto Fraunhofer è decollato, nel 1949 nell’ambito del Piano Marshall, consisteva in soli tre dipendenti. A distanza di 72 anni, siamo arrivati a 75 istituti e abbiamo 29.000 dipendenti ma il nostro compito e la nostra missione sono rimasti gli stessi di quando dovevamo ricostruire il Paese dopo la seconda guerra mondiale: sostenere le imprese e tutta l’economia», spiegava di recente al Sole 24Ore Thomas Dickert, Responsabile dei Rapporti Internazionali di Fraunhofer. «Il nostro modello è unico e di successo, funziona perché lavoriamo su progetti reali con le imprese. Apriamo un nuovo istituto di ricerca applicata solo dove e se riteniamo che ce ne sia effettivamente bisogno dove è vitale farlo. La domanda che ci poniamo è: come possiamo aiutare questa o quell’azienda?».

Oggi Fraunhofer, che deve il suo nome a Joseph von Fraunhofer, fisico bavarese vissuto alla fine del ‘700 e considerato tra i fondatori dell’ottica moderna, ha un budget annuo di 2,8 miliardi. Viene finanziato in questo modo: per un terzo dallo Stato federale e dagli Stati-Regione Länder, un terzo dalle imprese private e un terzo da bandi di gara con finanziamenti pubblici e appalti nazionali e internazionali. Secondo quanto riporta Il Sole, nel 2014 gli scienziati di Fraunhofer, sostenuti da 1,1 miliari di finanziamenti pubblici, hanno contribuito a 20 miliardi di euro di Pil e fruttato 4,1 miliardi in tasse, con un effetto moltiplicatore di 18 volte.

Il nostro modello è unico e di successo, funziona perché lavoriamo su progetti reali con le imprese

Thomas Dickert, Responsabile dei Rapporti Internazionali di Fraunhofer

I campi di specializzazione nei diversi centri spaziano dalla nanotecnologia alla biotecnologia molecolare, dalla meccatronica ai microsismi fotonici, dalla matematica industriale alla tossicologia, dalla farmacologia all’energia solare. Le sedi degli “Institute” vanno da Francoforte a Monaco, da Norimberga a Lipsia, da Amburgo a Friburgo, da Dresda a Duisburg, non solo nelle grandi città ma anche nei centri più piccoli. Il funzionamento è semplice: quale che sia l’ambito, le aziende vanno a bussare alla porta di Fraunhofer in cerca di soluzioni, e gli scienziati rispondono con la scienza applicata.

In Italia nel 2009 è nata una filiale a Bolzano, oggi situata all’interno del NOI Techpark. Si tratta di una società estera indipendente della Fraunhofer-Gesellschaft, nata dalla volontà di Assoimprenditori Alto Adige e con il supporto della Provincia Autonoma di Bolzano. Di fatto, il modello è lo stesso della società tedesca, «ma siamo ovviamente più legati al territorio, sia locale altoatesino per ragioni fisiche, ma a tutto il territorio italiano, e ne conosciamo profondamente le caratteristiche dal punto di vista economico ed imprenditoriale», spiegano dall’istituto. «I nostri servizi di ricerca applicata sono rivolti principalmente alle piccole e medie imprese che vogliono innovarsi nei loro processi, automatizzarsi e digitalizzarsi, sia nell’ambito della produzione sia in quello edilizio. Le nostre tematiche di ricerca sono il BIM (Building Information Modeling), Advanced Robotics, Sustainable Innovation, Smart Urban Systems, Flexible Production Systems e Human-centered Technologies. I nostri servizi spaziano da studi di fattibilità di un’idea di innovazione, alla sua implementazione, fino alla prototipazione e proof-of-concept».

Il team di ricercatori è molto variegato: i dipendenti hanno in media 30 anni e il 40% è composto da donne. Inoltre, ogni 30 dipendenti a tempo indeterminato ci sono circa 15-20 studenti che hanno l’occasione di svolgere un percorso all’interno di Fraunhofer Italia. «Siamo un trampolino di lancio per i giovani con potenziale», ha spiegato Dominik Matt, Direttore dell’istituto, in un’intervista al NOI magazine. In maniera simile a quanto avviene in Germania, dove il turnover è pari al 10%, il passaggio dei ricercatori dall’istituto alle aziende è facile. Dal 2022, inoltre, arriverà al parco tecnologico la nuova Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bolzano: un’aggiunta che renderà la contaminazione di competenze ancora più fluida.

Biologi, ingegneri e informatici lavorano fianco a fianco per trovare soluzioni che potrebbero rivoluzionare il mondo del lavoro di domani

Dominik Matt, Direttore di Fraunhofer Italia

Fra gli ambiti di punta di Fraunhofer Italia, la digitalizzazione nel settore delle costruzioni, l’automazione flessibile nell’industria, nel commercio e nell’agricoltura e lo sviluppo di modelli di business digitali. «Siamo stati i primi a puntare sull’industria 4.0 in Alto Adige», spiega Dominik Matt. Il BIM Simulation Lab, ad esempio, è un laboratorio dove i modelli delle costruzioni possono essere visualizzati con tecniche di realtà aumentata e/o virtuale, consentendo di misurare «l’effettivo avanzamento dei lavori e di controllare in modo significativo le decisioni di pianificazione, esecuzione e funzionamento di ogni singolo aspetto nel cantiere», spiega Matt.

La seconda area di studio è poi quella legata all’automazione e all’ingegneria meccatronica (applicabile anche al lavoro artigianale, come quello dei falegnami, dove con occhiali AR è possibile vedere “in diretta” il prodotto che si intende realizzare). Ma si fa leva anche sulla natura – l’osservazione di fenomeni biologici come l’intelligenza degli sciami o il comportamento degli anticorpi per studiare e migliorare i sistemi produttivi e logistici – nel lavoro di Fraunhofer Italia. «Biologi, ingegneri e informatici lavorano fianco a fianco per trovare soluzioni che potrebbero rivoluzionare il mondo del lavoro di domani», racconta ancora Matt.

Si tratta di un modello innovativo, che al tessuto imprenditoriale dei territori unisce la visione e la competenza del futuro. «Offriamo un enorme potenziale di conoscenze, creatività e capacità interne… approfittatene!», dice Matt agli imprenditori. Un modello che è di grande attrattiva anche per i giovani ricercatori, che qui trovano terreno fertile a cavallo fra ricerca accademica e realtà imprenditoriali. In vista dell’implementazione dei progetti legati al Next Generation Eu, il programma di rilancio dei Paesi europei dopo la pandemia, il modello Fraunhofer costituisce un interessante esempio per accentuare la ripresa economica nel segno della transizione digitale e dell’innovazione. L’opportunità è sotto agli occhi di tutti.

Di |2024-07-15T10:06:23+01:00Maggio 17th, 2021|Human Capital, Innovazione, MF|0 Commenti