Tecnologia contro umanità: come ripensare l’uomo nel mondo post-umano


Il titolo propone subito un’antitesi netta: tecnologia contro umanità. Technology vs. Humanity: The coming clash between man and machine di Gerd Leonhard, futurologo e Keynote Speaker, è un libro che certo non manca di schiettezza. E questo perché ha un messaggio da lanciare: se non ci sbrighiamo a riflettere efficacemente sui cambiamenti in atto, rinunceremo per sempre alla possibilità di dirigerli. Da qui il titolo e il tono provocatorio. Da che parte stai? Con i robot o con Will Smith? Con Ke Jie o con AlphaGo? Diventeremo come le macchine o saranno loro a diventare come noi?

Basta oscillare tra la celebrazione blanda della rivoluzione tecnologica e il lamento funebre per la civiltà perduta. Basta indugiare in rappresentazioni manichee da utopie/distopie hollywoodiane: è il momento, secondo Leonhard, di affrontare una discussione che non può più essere rimandata. E la discussione deve avere un punto fermo: il benessere e la felicità umani come centro di ogni processo decisionale e di governance.

Mentre la tecnologia si sviluppa a un ritmo esponenziale e ridefinisce il modo in cui lavoriamo, viviamo e addirittura pensiamo, Leonhard dà voce a una serie di dubbi e di domande che a suo parere avremmo dovuto affrontare già da tempo. Sono spunti di discussione incalzanti: elenca i diversi Megashift che ci troveremo ad affrontare, analizza la storia d’amore tipica tra uomo e tecnologia, fornisce elementi per l’annosa discussione sui posti di lavoro a rischio, ma ci avverte: le questioni più scottanti potrebbero essere altre, perché le ingerenze tecnologiche non si limitano all’economia e alla società, ma riguardano la nostra biologia (invecchiamento, parto…) e tutto il nostro sistema morale e valoriale. Ed eccoci al concetto forse più importante: la necessità di una riflessione etica.

Accettiamo di affidare a un’intelligenza artificiale determinate scelte? Accetteremmo di essere medicati a forza da un robot?

La tecnologia, lo sappiamo, è per sua natura nichilista. E questo apre a una serie di dubbi: i robot che si occupano dell’assistenza domiciliare cosa dovrebbero fare se il paziente si rifiuta di prendere le proprie medicine? Potrebbero essere programmati per usare la forza in caso di una determinata percentuale di danno. Un modo di agire (e di scegliere) completamente diverso da quello degli esseri umani, che porta a chiederci: «Accettiamo di affidare a un’intelligenza artificiale determinate scelte? Accetteremmo di essere medicati a forza da un robot?»

La necessità di un’etica è dimostrata anche da questioni più ampie. Per esempio l’IoT (internet delle cose) secondo Leonhard potrebbe portare, se non debitamente diretto, alla più grande rete di sorveglianza di tutti i tempi, al panopticon globale.

L’autore si scaglia dunque contro la scarsa cautela e lungimiranza nei confronti dell’uso della tecnologia, soprattutto da parte di chi la crea. “Le tecnologie sono moralmente neutrali finché non vengono applicate” diceva lo scrittore sci-fi William Gibson, e per fare un’altra citazione illustre, “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”, come disse una volta lo zio di Peter Parker (in arte Spiderman).

È il momento – per Leonhard “l’ultima occasione”, come non si stanca di ripetere – per unire i punti tra big data ed etica digitale; per discutere la struttura morale necessaria a guidare l’evoluzione della vita digitale; per colmare il divario tra ciò che la tecnologia può fare (più o meno qualsiasi cosa, sembrerebbe), e cosa dovrebbe fare per determinare la felicità umana complessiva. E per riflettere ancora una volta su ciò che rende unico l’essere umano. In pratica, ripensare la nostra umanità nel mondo post-umano.

Di |2024-07-15T10:04:50+01:00Gennaio 19th, 2018|Human Capital, Innovazione, MF|0 Commenti
Torna in cima