Giacomo Pigni, ecco come si diventa Cavaliere della Repubblica a 24 anni


Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha insignito Giacomo Pigni, legnanese di 24 anni, studi in giurisprudenza e alla sua prima esperienza lavorativa come giurista di diritto del lavoro, dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica per il suo servizio alla comunità durante l’emergenza del Coronavirus. Pigni infatti ha sostenuto l’Auser Ticino-Olona, un’associazione del territorio che si occupa delle persone anziane e della loro valorizzazione nella società. In particolare ha coinvolto una ventina di studenti che hanno attivato chiamate di ascolto per dare compagnia alle persone sole. «Sono veramente emozionato per aver ricevuto questo riconoscimento», sottolinea. L’intervista


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Come si tengono insieme una laurea in giurisprudenza all’Università Statale di Milano e il lavoro ad Adapt, l’associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali fondata da Marco Biagi con un riconoscimento del genere?
Penso che la risposta giusta sia che è stato un caso (ride).

Casuale o meno un onore del genere viene concesso per un motivo…
Sì, il motivo è stata la mia attività di volontario insieme ad Auser.

Quindi un premio a riconoscimento della tua attività di volontario?
In realtà io non sono mai stato un volontario Auser. Ho collaborato ad una scuola per richiedenti asilo creata tra Busto, Castellanza e Legnano, che si chiamava Itaca. Purtroppo con il decreto sicurezza non è stato più possibile portarla avanti, e poi si è aggiunto anche il virus. Sin da piccolo sono sempre stato impegnato a livello territoriale in un partito politico perché ho una grande passione per la politica. Al circolo di Legnano ho conosciuto anni fa Pinuccia Boggiani, la presidente Auser Ticino-Olona. Il progetto su cui mi sono impegnato è nato su un’esigenza del territorio a causa del Coronavirus.

Oggi ha 24 anni, a che età ha cominciato a impegnarti in politica?
Dalla scuola media, ero molto piccolo (sorride).

Per un ragazzo della sua età con questa passione ricevere un’onorificenza dal Presidente della Repubblica è un sogno ad occhi aperti…
Assolutamente. Mi sono commosso ed emozionato quando ho ricevuto il telegramma. Sarebbe però molto sbagliato viverlo da parte mia come un riconoscimento personale. Durante i momenti più critici dell’emergenza Covid19 ho avuto l’onore e l’onere di coordinare un gruppo di circa 30 persone del Legnanese nel servizio di consegna della spesa a quegli anziani che durante l’emergenza erano i soggetti più fragili e di conseguenza obbligati a rimanere nelle proprie abitazioni. Allo stesso tempo abbiamo fatto partire un servizio di compagnia telefonica prendendo il testimone da Auser Ticino Olona, che svolge questo servizio da anni ma che durante l’emergenza non era in grado di erogarlo proprio perché sfrutta il volontariato di persone anziane. Questo riconoscimento del Presidente della Repubblica è per tutte le persone che si sono date da fare in questi mesi e alle realtà, come Auser, che nel nostro tessuto sociale, con spirito di servizio e dedizione, sostengono i soggetti più deboli delle nostre comunità senza richiedere nulla in cambio. Aver avuto la possibilità di far parte di questo corpo fondamentale della nostra società la considero un’enorme fortuna.

Qual è stato il suo ruolo in questo progetto?
Ho reclutato i giovani del territorio affinché venissero a fare i volontari, circa trenta persone, e coordinato le attività. Anche perché con il lavoro difficilmente avrei potuto passare tanto tempo sul campo.

[legacy-picture caption=”Una volontaria durante le attività con Auser Ticino-Olona” image=”287a63bc-d8a5-4e68-ab35-a7c320fe1da8″ align=””]

Quale tipologia di persone ha arruolato?
In realtà c’è di tutto. Amici, conoscenti, passaparola. Persone di ogni provenienza, credo e convinzione politica. L’unica caratteristica dirimente era la disponibilità. E devo dire che la risposta è stata commovente.

Quindi la strada per diventare “eroi” è quella di prendersi cura del proprio territorio e della propria comunità?
Non mi considero affatto un eroe. Penso di avere fatto solo quello che era necessario.

Cosa ha imparato da questa esperienza con Auser?
Essendo una realtà che si basa sul volontariato di persone anziane per prendersi cura di persone anziane credo sia la prima volta che Auser abbia avuto dei volontari giovani. Il confronto generazionale è stato molto bello e arricchente.

Le viene in mente qualche aneddoto?
Quando abbiamo preso in mano il servizio di compagnia telefonica ci siamo trovati di fronte ad un problema: non dovevamo fare altro che eseguire le istruzioni ma tutti gli elenchi dei contatti erano cartacei e custoditi in sede. Quindi abbiamo digitalizzato tutto per riuscire a lavorare da casa. È stato bello mettere insieme l’enorme esperienza di Auser con le nuove tecnologie. Qualcosa che penso sia stata utile sia a noi che ad Auser.

Un esempio di collaborazione molto prezioso in un momento come questo…
Ci credo molto. Sono convinto che questo sarebbe dovuto essere lo spirito, a tutti i livelli, nell’affrontare questa emergenza. Mi ha rattristato assistere a tante polemiche e risse di questi mesi. Mi è stato insegnato che bisogna pensare alla società come a una comunità. La società è un semplice insieme di individui che si trovano in determinato spazio in un preciso momento. La comunità invece è un gruppo di persone tenute insieme da un senso comune. Di fronte a problemi, grandi o piccoli, non serve trovare colpevoli, serve prendersi cura della comunità. E un patto intergenerazionale in questo senso è fondamentale. Il nostro progetto credo lo renda evidente. Per essere più concreti è come per la famiglia. Una vera famiglia, nel momento di difficoltà si aiuta. Se padre e figli litigano non si va da nessuna parte. Il senso di comunità è il punto da cui partire, sempre.

Di |2024-07-15T10:05:59+01:00Luglio 31st, 2020|Human Capital, MF, Welfare|0 Commenti