L’Intelligenza Artificiale ora si studia all’università
L’universo dell’Intelligenza Artificiale (AI) diventa oggetto di studio, lavoro, professionalizzazione. Accade all’Università di Pavia che, con l’Università di Milano Statale e quella di Milano Bicocca, nel prossimo settembre darà inizio a un corso di laurea internazionale interamente dedicato all’Artificial Intelligence.
Nell'anno accademico 2021-2022 debutterà dunque anche nell’ordinamento italiano un percorso universitario a cavallo tra nuove tecnologie e discipline umanistiche specificamente dedicato a comprendere, articolare e valorizzare un settore relativamente nuovo.
[legacy-picture caption=”” image=”df591e41-b352-4c60-87e5-f922779f90ce” align=”left”]Un segnale importante, dato al mondo della formazione, a quello del lavoro e a quello della ricerca: la collaborazione fra tre grandi atenei garantisce infatti una proposta distintiva e unica anche nel contesto internazionale.
Il settore dell’AI, in fortissima espansione, ha bisogno di nuove competenze e nuovi professionisti ferrati tanto nell’ambito delle scienze, quanto in quello delle digital humanities.
Giampaolo Azzoni insegna Teoria Generale del Diritto all’Università di Pavia. Università dove dirige il Centro di Etica applicata e generale, ed è prorettore vicario e delegato per la comunicazione. Il professor Azzoni ha fatto parte del gruppo di lavoro di quindici docenti che ha portato a definire la progettualità multidisciplinare del corso di laurea.
Qual è l’importanza, tanto sul piano strategico quanto su quello professionale, di un corso di laurea sull’Artificial Intelligence?
Il percorso di laurea è interateneo, internazionale e interdisciplinare. Interateneo perché è organizzato in modo paritario fra tre grandi università, fatto davvero raro in Italia. Internazionale perché condotto in lingua inglese e aperto a studenti anche fuori dal nostro Paese. Interdisciplinare perché si è voluto fare un corso che cogliesse la sfida della complessità della tematica dell’Intelligenza Artificiale.
Il mondo del lavoro ricerca un approccio sempre più interdisciplinare all'Intelligenza Artificiale
Una tematica che coinvolge sia discipline scientifiche in senso stretto, sia discipline che hanno a che fare con una dimensione più umanistica e sociale, etica e psicologica.
La formazione sull'Intelligenza Artificiale, articolata in questo modo, può diventare un asset strategico non solo individuale, ma per l’intero sistema-Paese?
Grazie a queste competenze trasversali è possibile lavorare e, di conseguenza, investire sull'Intelligenza Artificiale in termini non solo tecnologici, ma di lavoro, economici, medici e umanistici. Si tratta di sfidare la tecnologia sul suo terreno, anche dal punto di vista etico e giuridico. Con indubbi vantaggi per l'intera collettività.
I mondi del lavoro e dell'impresa stanno guardando con grande interesse questo approccio interdisciplinare all'AI. Un approccio che si coniuga con l'idea di uno sviluppo sociale ed economico compatibile con l'umano. A riprova di questo abbiamo già avuto molti contatti e interessamento da parte di imprese significative, sia del mondo della finanza che della comunicazione, sia da parte di associazioni e federazioni di categoria.
Come spiega questo grande interesse da parte del mondo del lavoro?
Lo spiego con la grande trasversalità del tema dell'Intelligenza Artificiale. Una trasversalità che tocca due ambiti fondamentali, su cui abbiamo riflettuto a lungo come comitato di progetto per il corso di laurea. Il primo ambito ha a che fare con l'elaborazione dei dati e con l'indurre indicazioni a supporto di decisioni elaborando quei dati. Ne nascono indicazioni di conoscenza del sociale, ma anche stimoli ad assumere decisioni che avranno un forte impatto sul sociale stesso. Questo è l'ambito che riguarda i mondi del marketing, del diritto, della medicina, dell'economia e dell'analisi predittiva dei comportamenti sociali. Ma anche dell'etica.
Il secondo ambito di applicazione dell'Intelligenza Artificiale?
È quello dei dati embedded, ovvero incorporati in oggetti. Esiste oramai una moltitudine di dispositivi intelligenti che incorpora dati: pensiamo ai device medici o al tema della sensoristica, ma anche del manufacturing che fa leva sul lavoro dei big data. L'Intelligenza Artificiale, che al proprio centro ha strutture algoritmiche, ha a che fare con questo lavoro sui dati.
L'Intelligenza Artificiale costituisce un plesso di saperi completamente nuovo. La sfida è interconnetterli creando nuove professionalità
Dati che sono o strumenti di conoscenza disponibili per l'elaborazione o dati incorporati in device per produrre prestazioni intelligenti.
L’etica e il diritto come entrano in gioco nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale?
Dobbiamo ricordarci che l'Intelligenza Artificiale intrattiene rapporti sempre problematici e complessi con l'intelligenza naturale. Problematici perché asimmetrici: nell'ambito dell'AI abbiamo infatti a che fare con prestazioni che nessun uomo potrebbe mai realizzare in quanto tale. Nello stesso tempo, però, l'AI non considera tutta una serie di elementi qualitativi che, al contrario, il ragionamento umano comporta.
Ecco perché è importante impostare un percorso di studi e un approccio all'AI che sia orientato anche a dei momenti di confronto fra AI e intelligenza umana. Intendo l'intelligenza umana così come ci è consegnata dalle neuroscienze e dalla psicologia, sia come ci è consegnata dalle scienze di ambito etico e giuridico. Queste scienze possono interrogare e interrogarci sull'uso dell'AI, in modo che sia compatibile con uno sviluppo dell'uomo e non, invece, con un suo svilimento
Un corso di questo tipo che ricadute può avere?
La sfida fondamentale è stata unire interdisciplinarietà professionale e approccio critico-scientifico. Penso che questa sfida sia, oggi, la sfida fondamentale del nostro tempo rispetto all'Intelligenza Artificiale. Una sfida che, se colta a pieno, non potrà che avere ricadute positive su tutta la società.
Per molti è ancora difficile inquadrare il tema, manca forse una precisa definizione di AI?
L'Intelligenza Artificiale individua, in realtà, un nuovo plesso di materie e discipline. Un plesso che, ad esempio, è stato difficile inquadrare dal punto di vista educativo. Non esiste, infatti, una classe di laurea in AI e non è stato semplice progettare un corso di questo tipo interfacciandosi con vari settori disciplinari. Ma questa difficoltà indica al tempo stesso una caratteristica fondamentale dell'Intelligenza Artificiale: essere un plesso radicalmente nuovo. Un plesso composto da scienze dell'informazione, matematica, fisica, robotica, psicologia, etica, informatica… Dalla risposta che sapremo offrire a questa novità dipenderà la forma del nostro futuro.