L’intelligenza artificiale non spaventa i lavoratori, a patto che vengano formati
Gran parte degli impiegati italiani utilizza già l’intelligenza artificiale generativa. Ma pochissimi sono spaventati dal pericolo di essere sostituiti dalle tecnologie e perdere il lavoro. A patto, però, di essere formati adeguatamente.
È quello che emerge dallo studio “Global Workforce of the Future” di The Adecco Group che contiene anche un focus specifico sulla situazione del nostro Paese elaborato con sondaggi su un campione di quasi 2mila persone distribuite su tutte le regioni italiane.
L’opinione verso l’IA generativa è generalmente positiva: il 73% dei professionisti è convinto che renderà più agevole il lavoro, il 19% ipotizza che saranno necessari percorsi di upskilling per rimanere nel mercato del lavoro. E solo l’8% è più pessimista e teme di perdere il lavoro.
«Sono dati che ci fanno capire quanto le persone siano effettivamente pronte ad affrontare questa sfida», spiega Alessandro Proietti, Customer Experience and Innovation Director di The Adecco Group. «Non sarà l’intelligenza artificiale a cancellare i posti di lavoro, piuttosto sarà necessaria una riqualificazione della forza lavoro per poter integrare al meglio l’intelligenza artificiale nelle diverse professioni».
Il vero valore aggiunto dell’intelligenza artificiale è che può migliorare il modo in cui vengono svolte determinate attività […] ma per ottenere questo risultato deve integrarsi in maniera oculata con la componente umana.
Emerge, inoltre, una marcata richiesta, da parte dei dipendenti, di poter seguire corsi di formazione sull’utilizzo di questa tecnologia: il 53% vorrebbe percorsi dedicati, mentre il 12% evidenzia che i datori di lavoro hanno già sviluppato linee guida su come utilizzare al meglio lo strumento.
La richiesta di essere formati sull’AI poggia sulla consapevolezza che essa può aiutare a migliorare il lavoro in particolare su tre fronti: ridurre le attività più ripetitive, focalizzarsi sugli aspetti a maggior valore aggiunto, aumentare le possibilità di carriera.
La ricerca evidenzia, inoltre, per quali tipi di attività l’AI generativa oggi è maggiormente utilizzata dai lavoratori italiani: trovare informazioni rapidamente (25%), imparare nuove skill e approfondire argomenti che non si conoscono (23%), sviluppare nuove idee (21%), ridurre il carico di lavoro (18%).
«Il vero valore aggiunto dell’intelligenza artificiale è che può migliorare il modo in cui vengono svolte determinate attività, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, ma per ottenere questo risultato deve integrarsi in maniera oculata con la componente umana», chiosa Proietti.