Addio all’esame di Stato: così si fa largo ai giovani con le lauree abilitanti
Facilitare l’accesso al mondo del lavoro, accorciare i tempi di abilitazione e rendere più semplici le procedure che permettono l’esercizio di alcune professioni. Con questi obiettivi è stato progettato il procedimento che renderà alcune lauree abilitanti, senza la necessità dell’esame di Stato.
L’addio all’esame di Stato di abilitazione professionale è uno dei punti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Da pagina 200 il documento recita: «La riforma prevede la semplificazione delle procedure per l’abilitazione all’esercizio delle professioni rendendo l’esame di laurea coincidente con l’esame di Stato, con ciò semplificando e velocizzando l’accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati».
Nel dettaglio, viene stabilito che per alcune professioni l’esame di Laurea sarà coincidente con l’esame di Stato e questo consentirà al laureato di esercitare la professione immediatamente.
Una novità che non si applicherà a tutte le lauree. Non verrà cancellato – ad esempio – l’esame di Stato per gli avvocati, i commercialisti, gli architetti o i giornalisti, i chimici, gli ingegneri, i notai, i medici. Si applicherà solamente alle lauree magistrali a ciclo unico di Odontoiatria, Farmacia, Medicina Veterinaria, Psicologia. Per queste quattro categorie il superamento dell’esame di laurea permetterà quindi l’abilitazione e l’iscrizione all’albo.
In più la riforma attribuisce a chi consegue una laurea professionalizzante per edilizia e territorio, tecniche agrarie, alimentari e forestali o tecniche industriali, la possibilità di poter esercitare – senza esame di Stato successivo – le professioni di geometra, agrotecnico, perito agrario, perito industriale.
La laurea abilitante per gran parte delle facoltà è un processo che diventerà inarrestabile
Allo stato attuale, la norma è regolamentata dal decreto Siliquini – approvato definitivamente il 29 marzo del 2006 – che individua le professioni per le quali è necessario l’esame di abilitazione professionale.
Per chi esercita senza abilitazione ci sono sanzioni molto severe. L’articolo 348 del Codice Penale – che disciplina il cosiddetto reato di “Abusivo esercizio di una professione” – dice che chi esercita senza abilitazione è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 10mila a 50mila euro.
A cambiare il panorama, è stato il disegno di legge Manfredi, dal nome dell’ex ministro dell’Università Gaetano Manfredi del governo Conte II. La proposta ha iniziato il suo iter in Commissione alla Camera il 12 aprile scorso.
Flavia Piccoli Nardelli, del Partito Democratico, in Commissione Istruzione alla Camera, ha detto: «La laurea abilitante per gran parte delle facoltà è un processo che diventerà inarrestabile: presuppone che il lavoro egregio che fanno gli Ordini professionali sia trasferito nel corso di Laurea. Richiede un cambiamento interno dell’organizzazione delle lauree ma è un processo virtuoso, che porta alla semplificazione: bisognerà arrivarci con l’accordo di tutti».
«Mi auguro che ci possa essere un percorso simile anche per altre lauree, anche se al momento non è previsto. È giusto invece prevedere subito tirocini e lauree abilitanti per le professioni mediche, come si fa già all’estero», ha detto Valentina Aprea di Forza Italia, membro della commissione Istruzione della Camera .
Tutte le lauree dovrebbero essere abilitanti: la formulazione attuale è legata ad un’altra epoca
Il riferimento alle professioni mediche non è scontato. L’anno scorso, in piena emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, il decreto Cura Italia rese la laurea in Medicina abilitante: una soluzione nata come eccezione con l’obiettivo di dare un sostegno, in termini di personale, agli ospedali in forte difficoltà.
Ma più in generale, la ratio di questa evoluzione del processo di abilitazione è contenuta nelle parole dell’ex ministro dell’Università Manfredi: «Tutte le lauree dovrebbero essere abilitanti: la formulazione attuale è legata ad un’altra epoca. Ogni Ordine professionale ha una sua sensibilità, bisogna lavorarci ma lo spazio si trova. La laurea abilitante è una grande modernizzazione di approccio alle professioni e dà un ruolo agli Ordini nella formazione: il loro tirocinio diventa curricolare. Il lavoro per il conseguimento va fatto certamente insieme».
L’obiettivo finale di tutto il progetto allora è quello di rimuovere quella finestra temporale che separa la laurea dalla la prima sessione utile per l’esame di Stato e favorire immediatamente l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
Lo ha spiegato anche la ministra dell’Università e della Ricerca Cristina Messa parlando alle Commissioni Istruzione e Cultura di Camera e Senato: «La conclusione del disegno di legge sulle lauree abilitanti si avrà entro l’anno per impegno del governo, confido che possa trovarsi ampia convergenza di forze politiche».