STEM in the City: scienza e tecnologia per un futuro migliore
STEM e inclusività, STEM e sostenibilità, STEM e giovani generazioni, STEM e donne: le discipline scientifiche sono oggi al centro della discussione pubblica, sia per la loro pervasività nell’attuale mercato del lavoro, sia soprattutto per il loro impatto sulla cultura e sulla risoluzione di tematiche globali urgenti, come la gender equality e la sostenibilità ambientale. Scienza e tecnologia possono traghettare il nostro presente in un futuro migliore, a patto però che si rimuovano tutti quegli stereotipi e falsi miti che, non solo tendono a ingabbiarle in uno sterile compendio di formule, ma tendono a indebolire o scoraggiare la partecipazione di ragazze e giovani donne a percorsi formativi e professionali in questi settori. [legacy-picture caption=”” image=”b74473b9-b034-4d76-aba2-f5219a59adec” align=”left”]
Per far questo e, insieme, promuovere la Cultura STEM è nata #STEMintheCity, l’iniziativa patrocinata dal Comune di Milano con il sostegno delle Nazioni Unite e in collaborazione con importanti realtà del settore pubblico e privato. Per tutto il mese di aprile, sul sito dell’evento sono stati offerti contenuti di formazione, talk, webinar, interviste e testimonianze sul tema, con un focus dedicato, appunto, al contributo delle donne nella Scienza, nella Tecnologia, nell’Ingegneria e nella Matematica.
E le donne sono state anche le protagoniste del talk organizzato da IKN Italy e PHYD lo scorso 22 aprile, dal titolo Empatia e Resilienza caratteristiche femminili per l’innovazione tecnologica: la radice quadrata della vita sono le STEM. Ospiti di Laura Ghisleri, content e networking director per IKN Italy, Lorella Carimali, docente di matematica e fisica – premiata nel 2017 tra i dieci migliori insegnanti d’Italia – e presidente dell’associazione (R)Evolution, e Maurizia Brunetti, ingegnere e responsabile Coordinamento Tecnico Acquedotto della Direzione Acqua dell’azienda multiservizi Hera. Due contributi d’eccezione per rivelarci la natura più profonda del mondo STEM al di là di ogni preconcetto. E quale più grande pregiudizio se non quello di considerare la matematica o la fisica discipline puramente astratte, “senza casa”? Carimali lo spiega chiaramente rispondendo alla domanda di Laura Ghisleri sull’identità e sul ruolo della matematica nella vita di tutti i giorni:
La matematica è pensiero, ci allena ad avere una visione e a metterla a sistema. È un modo di affrontare la vita con spirito critico e fantasia. La matematica non è il suo abito esterno fatto di formule e numeri, la matematica trasmette delle informazioni, decodifica la realtà ed è un potente strumento di emancipazione e libertà personale. La matematica è una fantastica avventura della mente, è una poesia di idee logiche e creative.
Un’avventura, dunque, che ha il potere straordinario di formare i cittadini e le cittadine del futuro e che deve, per questo suo nobile scopo, poter essere vissuta da tutti senza esclusione: “non uno, non una di meno nella matematica e nella vita” è il motto che da anni accompagna il lavoro di Carimali, la divulgazione della matematica e della fisica fuori e dentro le scuole, non come mere discipline da apprendere, ma come forme speciali di pensiero. La matematica è una competenza di cittadinanza che la pandemia ha reso ancora più importante. Come riuscire, infatti, a interpretare la complessità del reale e costruire delle opinioni solide per poi agire in modo consapevole e responsabile? Come affrontare questa nuova normalità senza farsi trascinare dalle onde del pregiudizio e della paura? Come conoscere quello che, solo apparentemente, sembra inconoscibile?
Non dobbiamo essere governati dai numeri, dai dati, dai grafici, dobbiamo essere noi a governarli e a sviluppare consapevolezza (…) Nella matematica c’è la chiave di rinascita, non solo personale ma dell’intero Paese
La matematica, lo sottolinea più volte Carimali nel corso del talk, è per tutti e per tutte, basta allenarsi, allenare il pensiero, la capacità di intuire, immaginare, progettare, dedurre, controllare, per poi essere in grado di misurare fenomeni e fatti della nostra realtà. A ben vedere, la matematica è la più umanistica tra le discipline, perché non solo ci permette di immaginare mondi possibili, ma ci fornisce metodi e strumenti per costruirli in modo coerente. È profondamente umanistica perché ci aiuta a comprendere noi stessi e l’altro, a sviluppare empatia, a essere resilienti, a riconoscere nell’errore un’opportunità per abbracciare il sapere.
E di empatia e resilienza ha parlato anche Brunetti, sottolineando nel suo intervento come queste due capacità siano tipicamente femminili e come, proprio per questo, il ruolo della donna nelle organizzazioni moderne sia assolutamente vitale per la crescita dei singoli e dell’intero business:
[legacy-picture caption=”Ingegnere e responsabile Coordinamento Tecnico Acquedotto della Direzione Acqua dell azienda multiservizi Hera” image=”d7060ef4-8ba5-4d1b-b817-aa9ec7ca3799″ align=””]Le donne hanno un ruolo fondamentale all’interno di un’organizzazione moderna e di un team eterogeneo, poiché sono in grado per natura, potremmo dire, per la loro storia, il loro vissuto di rendere più fluide certe connessioni relazionali, di stimolare la condivisione e l’arricchimento reciproco.
La pandemia ha, inoltre, reso più urgente per il mercato e per gli stessi individui la necessità di imparare a essere resilienti, un’altra straordinaria abilità che appartiene alle donne e che, ironia della sorte, è una condizione contemplata da molte discipline scientifiche, come la biologia, l’ingegneria, l’informatica. Questa incredibile resistenza alle avversità della vita, che sembra essere ontologicamente presente nel DNA femminile, è stata messa a dura prova dall’emergenza sanitaria, con l’obbligo del lavoro da remoto e la chiusura delle scuole, costringendo moltissime donne a gestire insieme la propria dimensione professionale e quella privata, il ruolo di lavoratrice e quello di caregiver della famiglia. Incredibili equilibriste, per Brunetti le donne sono proprio per questo anche il prezioso fulcro dell’equilibrio sociale.
Bisogna, quindi, imparare dalle donne e dalle scienze ad «affrontare la dinamicità e la complessità del reale e riuscire a cogliere le opportunità che nascono dalla crisi e dagli imprevisti.» In fondo, chi meglio di loro è preparato e predisposto al cambiamento costante, a rinnovarsi per innovare?
Per guardare il talk e per approfondire queste tematiche, è sufficiente registrarsi sul sito PHYD.