Nasce il Servizio Civile Ambientale
Secondo le elaborazioni di Coldiretti, su dati dell’European Forest Fire Information System, rispetto alla media storica 2008-2020, caldo e piromani hanno fatto esplodere il fenomeno degli incendi in Italia. I grandi incendi sono infatti cresciuti del 256% rispetto all’anno precedente, con una escalation che ha visto coinvolte tutte le regioni italiane, nessuna esclusa. Un giro d’Italia delle fiamme che è costato al Paese circa un miliardo di euro fra opere di spegnimento, bonifica e ricostruzione.
Cambiare la rotta del Paese
Nella stessa estate, però, è stato firmato il protocollo d’intesa tra la Ministra per le Politiche giovanili, con delega al servizio civile, Fabiana Dadone e il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per l’avvio del “Servizio Civile Ambientale e per lo Sviluppo Sostenibile”.
«In origine il servizio civile fu pensato come alternativa al fermo obbligatorio: invece di fare la guerra imparare a costruire il futuro. Oggi il futuro si costruisce e si protegge con le competenze ambientali, oggi conoscere e studiare mettendo in pratica le proprie conoscenze è difendere non solo la patria ma il pianeta intero. Oggi responsabilità, rispetto, onore e disciplina sono valori tutti proiettati verso l’ambiente. Gli incendi cui abbiamo assistito sono evidentemente scatenati dai cambiamenti climatici e dalla scarsa consapevolezza dei cittadini. È ora di cambiare rotta», spiega la Ministra Dadone.
«Grazie al protocollo di intesa», prosegue Dadone, «possiamo dare ai ragazzi opportunità e strumenti per diventare parte attiva di questa rivoluzione verde: inserendo nell’ambito dell’istituto del Servizio civile universale programmi e progetti finalizzati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, preparando i giovani ad affrontare le sfide e cogliere le opportunità della rivoluzione verde e transizione ecologica, trasformando le conoscenze dei giovani sulle tematiche ambientali in “competenze verdi” utili a migliorarne l’occupabilità nei nuovi ambiti della ripresa economica connessi a tali tematiche».
Insegnare ai giovani una nuova etica civile
Per la Ministra con delega al servizio civile occorre anche sostenere «attraverso questa tipologia di programmi e progetti la formazione dei più giovani, a partire dalle giovani donne, nelle discipline scientifico-tecnologiche necessarie per l’innovazione della società (nelle materie STEM – Science, Technology, Engineering e Math – e STEAM: Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics)».
Occorre, inoltre, impiegare «i giovani in attività di educazione ambientale e di educazione allo sviluppo sostenibile rivolte alla popolazione e alle scuole e in percorsi di diffusione della conoscenza e di buone pratiche ecologiche finalizzati a stimolare comportamenti virtuosi e stili di vita sostenibili» nonché «in azioni in grado di contribuire alla rivoluzione verde e transizione ecologica».
Oggi il futuro si costruisce e si protegge con le competenze ambientali, oggi conoscere e studiare mettendo in pratica le proprie conoscenze è difendere non solo la patria ma il pianeta intero.
Fabiana Dadone
Nell’accordo stretto con il Ministero della Transizione ecologica si pensa inoltre di valorizzare «sul piano esperienziale le “competenze agite” degli operatori volontari in relazione ai temi della green economy anche con riferimento alle nuove professionalità richieste in settori quali: tutela e valorizzazione delle biodiversità, lotta allo spreco alimentare, promozione delle energie rinnovabili, sviluppo delle nuove tecnologie ambientali, digitalizzazione, economia circolare, bio-economy, tutela del patrimonio marino-costiero, lotta al marine litter, Green Public Procurement e Criteri Ambientali Minimi, educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile» e quindi a certificare «le competenze acquisite nell’ambito di un progetto formativo che coinvolge i giovani nella costruzione del loro futuro, nella qualità della vita e di quella delle prossime generazioni».
Non solo ambiente: la sfida della rigenerazione urbana
Attualmente l’ambito ambientale non è tra quelli più attivi nel servizio civile universale. Nell’ultimo Bando volontari da oltre 55mila posti, quelli che riguardavano il Settore “Patrimonio ambientale e riqualificazione urbana” sono stati solo il 4,6% del totale, mentre quelli del Settore “Agricoltura in zona di montagna, Agricoltura sociale e biodiversità” appena lo 0,2%.
Ma è sicuramente uno dei temi più alti nell’agenda dei giovani. Secondo una ricerca dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia su un campione di 3.300 giovani, il 69,3% degli adolescenti dichiara di prestare “abbastanza” attenzione al rispetto dell’ambiente, mentre il 23,6% afferma di prestarne “molta” nei comportamenti di tutti i giorni, a partire dalla piccole ma sane abitudini quotidiane. Inoltre, circa 9 giovani su 10 affermano di essere attenti a una corretta raccolta differenziata e a evitare gli sprechi di acqua.
L’obiettivo è dunque aumentare sensibilmente il segmento di impegno ambientale dei volontari di Servizio civile, ma anche rispondere alle ambizioni dei ragazzi.
Per farlo dieci milioni di euro saranno stanziati, per il 2022, dal Mite e altri dieci milioni di euro, per il 2021, dal Dipartimento per le politiche giovanili. Benché non sia ancora stato pubblicato il bando ufficiale, si prevede che ai volontari del Servizio civile ambientale sia corrisposta la stessa retribuzione mensile stabilita per il volontariato universale, ovvero circa 440 euro.
Il Ministero della transizione ecologica con l’aiuto delle strutture ministeriali e degli Enti di ricerca vigilati si impegnerà «ad attivare le attività di formazione per gli operatori volontari che verranno sostenute anche dall’Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) e dal Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA). Ai progetti green collaboreranno anche i centri di ricerca pubblici, le università e le associazioni di protezione ambientale legalmente riconosciute», ha chiarito la Ministra.