Nuove norme di inizio anno: la nostra analisi

Il 2024 si è concluso con l’approvazione della Legge di Bilancio e, pochi giorni prima, del Decreto Milleproroghe e del Collegato Lavoro.

Il Decreto Milleproroghe, segno – forse – di un Paese che spesso fatica a rispettare le scadenze che si è dato, proroga fino al 31 dicembre 2025 la possibilità di usare il c.d. “causalone” per i contratti a termine che superano i dodici mesi. Questa misura riguarda le aziende che non hanno creato proprie causali specifiche per l’utilizzo di contratti a termine, inclusi quelli a scopo di somministrazione di lavoro.

La causale non è più necessaria, invece, quando si impiegano “lavoratori svantaggiati” con un contratto di somministrazione a tempo determinato, ma resta obbligatoria nei contratti a termine diretti.

Questa è una delle novità introdotte dal “Collegato Lavoro“, in vigore dal 12 gennaio 2025. Questa disposizione mira a favorire l’ingresso e il reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori svantaggiati, come, ad esempio, giovani under 25, over 50 e persone senza diploma, categoria ampia ma definita da un regolamento dell’Unione Europea. Questo intervento rappresenta una risorsa importante per un ampio numero di persone, e il nostro Gruppo accoglie con favore il riconoscimento del ruolo delle Agenzie per il Lavoro come attori fondamentali delle politiche attive del lavoro.

La Legge di Bilancio completa il “trittico normativo” di fine anno e tra le principali novità troviamo il rilancio della Decontribuzione Sud, sebbene in misura ridotta rispetto al passato, e una norma per contrastare le frodi sul pagamento della NASpI, che si combina con la misura delle dimissioni per assenza ingiustificata contenuta nel Collegato Lavoro.

Per approfondire, è possibile consultare il nostro documento d’analisi.

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