Capire il presente, anticipando il futuro: quattro anni di Morning Future
Possiamo guardare il mondo, osservandolo da lontano, senza ambizioni di cambiamento. O possiamo lasciarci ispirare e orientare per immaginare il domani, diventando noi stessi la leva del cambiamento.
Sono passati quattro anni dal 5 luglio del 2017 quando, in collaborazione con Vita e Linkiesta, partiva Morning Future, l’Osservatorio di The Adecco Group. Nel mezzo di questi quattro anni sono successe cose: l’avvento delle fake news, una pandemia, il lockdown globale, ma anche la straordinaria impresa dei vaccini. Tante cose sono cambiate, altrettante cambieranno e da oggi, un po’, cambiamo anche noi. Forti dei nostri primi quattro anni, quattro anni in cui questa esperienza editoriale, unica in Italia per qualità e visione, ha veicolato idee, aperto spazi, generato riflessioni.
Ma, soprattutto, ha prodotto innovazione. Come? Moltiplicando conoscenza. Mai come oggi, infatti, il mondo ha fame di conoscere. È solo lavorando sulla conoscenza, insegnava Alvin Toffler, che possiamo ambire a diventare più abili, più curiosi («stay hungry», ricordate?) più colti, disegnando società più inclusive e migliori.
Partiamo dai numeri: oltre 700 articoli di approfondimento su temi come la transizione digitale e ambientale, l’educazione, la formazione, l’inclusione sociale, il lavoro – le sue dinamiche, le sue skills, le sue capabilities – in un mondo che cambia a una velocità mai vista prima; 45 video interviste; ben 200 persone intervistate. Storie, best practice, analisi, riflessioni, dati, scenari consegnati alla sana e libera curiosità di lettrici e lettori. Che ci hanno ripagati. Negli ultimi dodici mesi, infatti, Morning Future è stato visitato mediamente da quasi 50.000 lettori: un numero che è più che raddoppiato rispetto a quattro anni fa. Segno che quella curiosità di capire il mondo, per agire nel mondo che aveva spinto The Adecco Group ad aprire questa finestra sul nostro tempo ha raggiunto un primo, importante traguardo: allargare il campo e la disponibilità al cambiamento.
Viviamo una fase nuova. Una fase in cui è emerso, con sempre più forza, il valore delle reti. Si avvera la profezia di Peter Senge, per cui non abbiamo bisogno tanto di individui smart, ma di intelligenza condivisa. In fondo, abbiamo scoperto che – nel mondo del lavoro, in quello dell’organizzazione e dell’apprendimento, ma anche in tutto ciò che attiene il nostro sistema sociale – i problemi di oggi derivano sempre dalle “soluzioni” (sbagliate) che ci siamo dati ieri. Per questo è fondamentale guardare al futuro. Intercettando le tendenze che stanno orientando il nostro mondo dopo il “Grande Reset” della pandemia.
Il mondo sta iniziando a parlare un linguaggio nuovo. Mentre tanto nel mondo del lavoro, quanto in quello della formazione si delineano paesaggi sempre più ibridi tra analogico e digitale –smart & agile work, hybrid learning sono sulla bocca di tutti – l’economia parla sempre più il linguaggio della sostenibilità, la finanza quello dell’impatto e il mondo sociale quello della diversity e dell’inclusion.
Ma un tema sta emergendo con forza, trasversalmente rispetto ai diversi ambiti e alle differenti discipline: la fiducia. Se è vero che la pandemia ha comportato un’esasperazione del controllo, è altrettanto vero che quel modello ha mostrato limiti e falle. Aziende e organizzazioni si stanno rimodellando sulla fiducia, le relazioni sociali e di lavoro stanno riscoprendo sempre più questa «virtù civile». Accanto al capitale finanziario (le risorse), al capitale tecnologico (i mezzi) e al capitale umano (gli uomini), infatti, sta emergendo il capitale della fiducia. Le nostre performance, come le performance aziendali, dipendono sempre più dalla capacità di gestire i primi tre. Ma è al capitale della fiducia, sempre più identificato con i fini, che si sta prestando sempre più attenzione nel nostro mondo. Un mondo dove sociale ed economico, ambientale e tecnologico non possono più essere scissi. È dalla fiducia che siamo partiti, anticipando i tempi, quattro anni fa. Ed è sempre dalla fiducia che continueremo a ispirare, a orientare e, soprattutto, a immaginare un futuro condiviso, inclusivo, sostenibile. Alla portata di un click, alla portata di tutte, di tutti.