Reskilling durante il lockdown: le storie di chi si è (re)inventato un mestiere
Nel dramma di un lockdown che non ha permesso a milioni di persone di lavorare, ci sono anche storie di speranza. Fuori di retorica – e con un nome più tecnico – si può parlare di reskilling: tanti lavoratori, impossibilitati a proseguire la loro normale attività, si sono ingegnati nelle settimane di quarantena per re-inventare il proprio mestiere oppure per impararne uno nuovo, da continuare poi anche a lockdown finito.
In quarantena, diverse aziende e singoli professionisti hanno offerto anche gratuitamente i propri corsi di formazione online: cucina, social media, bricolage, persino finanza. Una buona occasione per chi di solito non ha tempo di cimentarsi con le proprie passioni extra-lavoro.
Qualche esempio?
Una testimonianza del genere arriva da vicino Rimini. Angelo Zanforlin ha 34 anni e lavora come agente di commercio, ma durante il lockdown ha avuto modo di sviluppare le sue competenze da cuoco, tanto che con la fase 2 ha iniziato una nuova attività: “Ho deciso di trasformare questa mia grande passione in una vera e propria attività – ha spiegato Angelo a lapiazzarimini.it – anche se la sto portando avanti parallelamente a quella di agente di commercio”. Angelo ha anche creato una pagina Facebook e un profilo Instagram (Cuccagna, abbreviazione di Cuoco Casa Romagna).
La sua però non è una semplice attività di ristorazione, perché Angelo ha deciso di cucinare direttamente a casa delle persone: “Al momento sto offrendo il servizio di cucina a domicilio: la persona può fare la spesa in autonomia, oppure posso dare qualche consiglio sui prodotti da acquistare, e poi con la mia attrezzatura, se il cliente non ne è provvisto, vado a casa delle persone e organizzo la cena a base di carne o pesce”. Se invece il cliente ha bisogno, per esempio, di organizzare una cena di coppia, Angelo può anche lasciare i prodotti “semilavorati”, ovvero sughi pronti che hanno bisogno solo di una passata in padella o altri cibi che dovranno essere riscaldati prima di essere serviti.
Angelo Zanforlin, 34 anni, agente di commercio, durante il lockdown si è riscoperto cuoco
Chi invece ha approfittato del lockdown non per cambiare lavoro, ma per fare un salto di qualità nel proprio, è Giulia Casadei, gelatiera di Gambettola (Forlì Cesena). Durante le settimane di lockdown, l’unica attività concessa era una passeggiata nei campi intorno alla propria abitazione, che sono diventati fonte di ispirazione, come ha raccontato lei stessa al Corriere Cesenate: “Sono un’amante della natura. Ho sempre avuto la passione per i fiori e le piante, l’ispirazione mi è venuta andando a fare passeggiate nei campi, perché era l’unica cosa che potessi fare durante la pandemia. Così, leggendo diversi libri, ho abbinato fiori e spezie che coltivo in giardino al gelato”.
Dai profumi dei prati è partita l’idea per approfondire sui libri le possibili alchimie tra le varie piante e adesso che la gelateria di Giulia ha riaperto si possono assaggiare i gusti il cui sapore richiama proprio i fiori dei campi: “Ho introdotto nel menù Rosa del bosco, Sogni d’oro e Provenza, i primi gusti a base di fiori. Partendo da petali di rosa, lavanda e camomilla, dentro a un pentolone, ho portato gli ingredienti in infusione, sviluppando estratti da aggiungere a basi di gelato classiche per realizzare nuovi sapori”.
Grazie a corsi di promozione digitale, Laura Fecchio ha portato il suo centro estetico sui social
Più “social” è la svolta di Laura Fecchio, titolare di un centro estetico a Bolzano. Come molti altri, ha dovuto chiudere per mesi la sua attività.
Come mettere a frutto il tempo a disposizione allora? Con dei corsi di marketing online e per i social, che hanno permesso al suo centro estetico di svoltare ampliando di molto anche i servizi offerti: “Ho seguito un percorso di promozione digitale negli ultimi mesi – ha raccontato Laura a Dolomiti – e ho capito che quella era l’unica soluzione. Ovviamente non ho fatto tutto da sola, sono seguita da un’azienda specializzata. Riunioni, confronti e pianificazioni per capire come comportarci”.
Per parecchio tempo Laura si è quindi dovuta confrontare con argomenti non suoi (la comunicazione sui social), ma che poi sono tornati utili per la sua attività: “Mi sono praticamente attaccata a telefono e computer otto ore al giorno”. E così i canali web del centro estetico non sono solo diventati un veicolo per l’e-commerce, ma profili interessanti anche per chi non necessariamente è intenzionato a comprare: “Non abbiamo smesso di parlare del lavoro nel centro, ma parlavamo anche di noi e di come stavamo vivendo quel periodo. Smorzando i drammi e cercando sorrisi”. Risultato: un centro estetico che diventa anche un po’ influencer.