Social emotional learning, quando le emozioni entrano a scuola


Partiamo da qualche dato: l’82% degli adolescenti riconosce di essere affetto da livelli di stress medio-alti durante l’anno scolastico, il 46% degli insegnanti si sente esposto a stress alto nel proprio quotidiano, e il 64% delle persone ha avuto almeno un’esperienza avversa (Adverse Childhood Experiences) entro i 19 anni di età.

Il nostro stato emotivo condiziona tutta la nostra vita, è il motore di ogni nostra giornata, al lavoro come a scuola, e influenza non poco il nostro rendimento. Alla scuola si imputa spesso il difetto di essere troppo concentrata sull’aspetto cognitivo dell’apprendimento, mettendo al centro dei programmi i contenuti da imparare, ma tralasciando come questi vadano assorbiti. Eppure, l’aspetto emotivo dello studio è qualcosa che può fare la differenza: basti pensare all’efficacia con cui uno studente motivato e interessato riesce ad ottenere buoni risultati, rispetto ad un compagno svogliato e poco stimolato.

Per questo sta diventando sempre più frequente la discussione intorno al Social emotional learning (Sel), in italiano apprendimento socioemotivo, e al bisogno di porre l’accento sulla necessità di mettere l’aspetto emozionale sullo stesso piano di quello cognitivo in ambito di apprendimento. Imparare a gestire le proprie emozioni, non solo in termini di autocontrollo, ma anche di consapevolezza di sé, di capacità di porsi degli obiettivi e di relazionarsi con gli altri, sono obiettivi che la scuola dovrebbe insegnare non solo per impartire contenuti agli studenti, ma anche per formare giovani individui dotati di resilienza e senso di responsabilità.

La partecipazione a programmi Sel ha migliorato dell’11% il rendimento scolastico degli alunni

Così, il Sel non si sostanzia semplicemente in un programma o in un pacchetto di lezioni, ma è un format che sottintende il come dell’insegnamento, puntando a costruire competenze umane di base per potersi muovere con maggiore consapevolezza e sicurezza nello studio, nelle relazioni e, in definitiva, nel mondo. L’approccio dell’apprendimento socioemotivo si articola in cinque tipi di abilità diverse e comprensive della sfera emotiva della persona:
1) la consapevolezza emotiva (ovvero saper identificare e riconoscere le emozioni);
2) l’autoregolazione emotiva (cioè saper regolare e controllare le proprie emozioni);
3) la capacità di prendere decisioni responsabili;
4) le abilità relazionali (comunicare, cooperare, negoziare, prestare e chiedere aiuto);
5) la consapevolezza sociale (ovvero empatia, rispetto per gli altri e valorizzazione delle diversità).

Secondo la filosofia del Sel, queste competenze possono essere esercitate e apprese a scuola durante tutto il percorso scolastico. Ad esempio, il progetto Move This World, nato negli Stati Uniti per mano di Sara Potler LaHayne, porta nelle scuole, dagli asili ai licei, metodi per creare empatia, resilienza e capacità di gestione emotiva. Attraverso semplici esercizi quotidiani da fare in classe, gli studenti possono avvicinarsi, analizzare e comprendere meglio il proprio stato emotivo, equilibrando i propri atteggiamenti a seconda delle situazioni.

Qualche esempio? All’asilo è sufficiente iniziare la giornata con una musica ritmata per allenare non solo l’orecchio e il senso del ritmo, ma anche l’ascolto e la capacità di relazionarsi agli altri. Ai primi anni delle elementari, invece, si possono “recitare” diverse emozioni, inventando nuove espressioni e imitandosi l’un l’altro: un esercizio simile favorisce non solo la capacità di identificare ed esprimere le emozioni, ma anche l’acquisizione di consapevolezza di sé. Nel momento in cui si diventa più grandicelli, poi, ci si può esercitare a complimentarsi con i compagni, riflettendo ed esprimendo quello che si apprezza di loro. Così si acquisiranno rispetto per l’altro e maggiore consapevolezza sociale.

Alle medie si possono poi condividere in classe al mattino i propri stati d’animo e i propri desideri per la giornata, così da stimolare abilità relazionali, empatia e apprezzamento del diverso. Mentre alle superiori diventa importante riflettere attivamente sui propri scopi e obiettivi, mettendoli per iscritto per ragionare su come attuarli.

Un esempio: si potrà dare vita su Instagram a una pagina dove condividere foto che simboleggino in chiave moderna il viaggio di Dante nella Divina commedia

I programmi di Move This World sono pensati e misurati per classi, scuole ed età diverse, ma costituiscono un approccio valido per qualsiasi istituzione scolastica. Favorire l’apprendimento socioemotivo, poi, non significa che questo debba rimanere separato dai contenuti che effettivamente vengono trasmessi a scuola. Così, ad esempio, le materie umanistiche si prestano in maniera efficace all’integrazione di un approccio Sel direttamente nei contenuti. Si pensi ad esempio allo studio della filosofia, della letteratura ma anche dell’arte, materie che già di per sé stimolano ad una riflessione sul sé, la natura umana e il senso dell’esistenza.

Così, in un programma di narrativa si può stimolare nei ragazzi l’associazione della lettura a un momento di piacere, per cui ci si potrà rilassare all’aperto oppure sdraiarsi su dei cuscini, per poi condividere le proprie riflessioni sul romanzo in una sorta di “book club” improvvisato in classe, affinando le proprie capacità critiche. Oppure per la produzione scritta si potrà promuovere un approccio collaborativo, scrivendo un testo a più mani tramite software di condivisione su cloud. O ancora si potrà usare il teatro per immedesimarsi nei personaggi del Decameron, ad esempio, organizzando una rivisitazione storica in costume, oppure si potrà dare vita su Instagram a una pagina dove condividere foto che simboleggino in chiave moderna il viaggio di Dante nella Divina commedia.

Insomma, la semplicità dell’approccio è tale per cui non c’è ragione per non iniziare ad avvicinare i ragazzi ad un apprendimento in chiave socioemotiva. Secondo un’analisi su casi di studio che hanno coinvolto oltre 270mila studenti, la partecipazione a programmi Sel ha migliorato dell’11% il rendimento scolastico degli alunni, che hanno anche mostrato migliori comportamenti scolastici, una maggiore capacità di gestire lo stress e un atteggiamento più fiducioso verso se stessi, verso gli altri e verso la scuola. In fondo, questi risultati non stupiscono: se si impara davvero solo ciò che si ama, la scuola è il luogo ideale dove favorire l’amore per il sapere. E grazie al Sel potremmo davvero iniziare a pensare alla scuola in termini diversi.

Di |2024-07-15T10:05:26+01:00Marzo 27th, 2019|Formazione, Human Capital, MF|0 Commenti