Quando la tecnologia diventa un alleato perfetto per le persone con disabilità
Guanti robotici, mouse semplificati, app vocali. La tecnologia può essere il miglior alleato per le persone con disabilità. Recentemente sono stati sviluppati numerosi supporti hi-tech in grado di migliorare, accompagnare e facilitare una lunga lista di operazioni che altrimenti risulterebbero complicate. Soprattutto nell’ultimo anno, con l’arrivo della pandemia e del lockdown, è emersa la necessità di avere in casa ogni tipo di aiuto possibile. Anche per continuare a lavorare a distanza.
I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità individuano circa un miliardo di persone disabili in tutto il mondo, con disabilità cognitive, della vista, dell’udito, del movimento o altre forme. E l’innovazione tecnologica prova a rispondere a esigenze diverse con strumenti di ogni tipo.
Si prenda ad esempio il guanto Rapael sviluppato dalla software company Neofect: alla vista somiglia più a un esoscheletro da polso, ma si mette come un guanto e si adatta alla mano per aiutare chi lo indossa nei movimenti ripetuti più e più volte in casa, come tagliare il cibo. A proposito di tagliare il cibo: Oneware è il miglior esempio di come il design possa unirsi alla praticità e all’assistenza: è un accessorio del lavandino progettato per coloro che possono usare un solo braccio. È composto da un telaio principale, con unità modulari che includono un tagliere e una rete in silicone per il lavaggio delle stoviglie. Il design particolare ha una doppia funzione: tiene ferme le pietanze da tagliare, e si adatta perfettamente alla cucina, così da “mimetizzarsi” con l’arredamento.
Nella nuova quotidianità, in cui i contatti diretti con altre persone sono ridotti, è fondamentale poter avere accessibilità al pc e a diversi device tecnologici per restare in contatto con il mondo esterno e continuare a lavorare anche a distanza.
Ci sono diverse innovazioni che possono contribuire a rendere più semplice il rapporto con la tecnologia per le persone disabili. Un esempio è Helpmini, una tastiera da scrivania molto simile a quelle più comuni. Ha dimensioni ridotte ed è pensata per chi ha scarso movimento della mano e poca forza per digitare: i tasti sono di 1 centimetro quadro e ci sono alcuni pulsanti disegnati per emulare i movimenti e le funzioni del mouse.
Anche il Disability Mouse è progettato per accompagnare nell’utilizzo del pc chi ha disabilità motorie agli arti superiori. È un mouse con un design molto diverso da un mouse classico: viene controllato con la bocca per la direzionalità e il click funziona con l'inspirazione d’aria.
E per restare nel settore dell’informatica, c’è anche il pc AllinOne Touch: un computer composto dal solo monitor con funzione multitouch, cioè l’utilizzo del touch screen con due mani oppure da parte di due persone.
Nella nuova quotidianità, in cui i contatti diretti con altre persone sono ridotti, è fondamentale poter avere accessibilità al pc e a diversi device tecnologici per restare in contatto con il mondo esterno.
Non c’è solo il pc, ma anche lo smartphone con diverse app interessanti come ad esempio le app di lettura per non vedenti. EValues è una di queste, disponibile sia per Android che iOS, permette di accedere ai contenuti presenti nell’omonimo progetto con un servizio di lettura vocale di libri e altri testi scritti: un servizio bibliografico per utenti ciechi e ipovedenti.
Lookout invece è un’applicazione che aiuta le persone con disabilità visive ad avere una maggiore autonomia in casa: lo smartphone può essere puntato in una direzione e Lookout offre una descrizione vocale dell’ambiente e degli oggetti inclusi grazie alla sua intelligenza artificiale.
Il DIVersely Assisted, meglio noto come DIVA, è invece un piccolo dispositivo portatile – una piccola scatola dotata di un pulsante e un jack per collegarla – che aiuta a utilizzare l’assistente digitale di Google senza usare la voce, permettendo così di attivare in autonomia la tv, il lettore musicale e, in generale, sfruttarne tutte le funzioni anche senza parlare.
Per supporti hardware più complessi invece si può guardare ADA, acronimo di Assistive Dexterous Arm: un braccio robot messo a punto dai ricercatori della Washington University per aiutare disabili e invalidi a mangiare in autonomia. Il software di controllo al suo interno è dotato di intelligenza artificiale ed è in grado di riconoscere il tipo di cibo nel piatto, raccoglierlo e porgerlo nel modo più idoneo grazie al sistema di sensori che permette al braccio di orientarsi e muoversi nello spazio.
Inoltre l’accessibilità hi-tech esce dalle mura di casa e arriva sul posto di lavoro. Anche in cantiere. Due aziende altoatesine – Niederstätter, che opera nel mercato di macchinari edili, e Unionbau, una delle più grandi aziende di costruzioni del territorio – hanno realizzato un supporto per comandare una gru con un braccio solo. Il dispositivo è un trasmettitore dotato di display, composto da un pannello con pulsanti e leve che permette al lavoratore di muovere e controllare gru industriali anche con una sola mano. Si tratta del primo radiocomando realizzato in Italia con un solo joystick.