L’azienda dei sogni? Un luogo in cui liberare talento


Un ambiente sereno che favorisca collaborazione e crescita personale, stipendi adeguati, un sistema di welfare che dimostri attenzione alla vita personale e apertura alla diversità: sono questi gli elementi che rendono un semplice luogo di lavoro «l’azienda dei sogni» secondo la survey realizzata da The Adecco Group sull’azienda ideale, intervistando un campione estremamente significativo di candidati e responsabili delle Risorse Umane. Un’indagine interessante che viene diffusa in occasione del 25 settembre, Giornata internazionale dei sogni, e che fotografa un cambiamento di clima importante che inizia a farsi strada soprattutto tra i giovani: gli elementi che determinano la scelta dell’azienda in cui lavorare non sono più strettamente economici o ispirati a un’affermazione individualistica, ma tengono conto delle possibilità di espressione del proprio talento e della costruzione di un clima collaborativo e sereno. Unica pecca, la scarsa percentuale di candidati e referenti HR che pensa di lavorare già nell’azienda dei sogni: meno di un terzo del totale, infatti, ritiene di aver avuto questa fortuna.

La survey "L'azienda dei sogni" ha coinvolto in totale 3.338 candidati e 241 referenti aziendali, per il 52,9% maschi e il 47,1% femmine. La fascia d’età più rappresentata dai candidati è stata quella dei Millennials, i 25-34enni (il 33,4% del campione) seguiti dai 35-44enni (28,5%): si tratta dunque di intervistati giovani, dato che gli over 45 rappresentano meno di un terzo della platea. Un po’ più alta l’età dei referenti HR, che per il 67,6% si situano nella fascia 35-64 anni.

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I risultati

I risultati, come anticipato, non corrispondono esattamente alla realizzazione di un sogno. Infatti alla domanda «lavori nell’azienda dei sogni?» ben 7 intervistati su 10 hanno risposto no. È stata dunque rivolta una domanda al responsabili delle Risorse Umane chiedendo loro di indicare il «punto debole» della loro azienda, e le risposte hanno puntato il dito contro le carriere bloccate e il poco spazio alla crescita personale (31,1%), seguito a grande distanza dal riconoscimento economico (stipendi bassi rispetto alla media per il 15,3%) e da scarsi o inesistenti benefit per i dipendenti (14,1%). Ma quale dev’essere, allora, la caratteristica fondamentale dell’azienda dei sogni? Qui le risposte sono diverse per candidati e referenti HR. Per i primi, l’elemento più importante è la possibilità di crescere e di fare carriera (25,5%), mentre per i secondi conta maggiormente la possibilità di esprimere il proprio talento (tra i candidati queso aspetto ha raccolto 10 punti percentuali in meno). Il secondo elemento dell’azienda dei sogni tuttavia rimane uguale per tutti, ed è il «clima aperto e collaborativo», con percentuali quasi identiche (19,7% peri candidati, 20,3% per i referenti HR). Singolarmente, la «flessibilità di orari e luoghi di lavoro» è più importante per i responsabili delle risorse umane (9,8% contro 12%). Infine, è da sottolineare che per la stragrande maggioranza dei candidati (oltre l’83%) è fondamentale lavorare in un ambiente collaborativo che consenta di lavorare in modo sereno, mentre per il 74% sono importanti elementi come innovazione, tecnologia, digital transformation.

Ai responsabili delle risorse umane è quindi stata rivolta una domanda tesa a capire In che modo contribuiscono concretamente a promuovere un clima di positività in azienda, quello cioè che i candidati sognano di incontrare una volta assunti, e la risposta prevalente (47,3%) è stata «favorisco la valorizzazione delle competenze e dell’impegno dei collaboratori», seguita dalla condivisione delle best practice (24,2) e dalla promozione di momenti di confronto e ascolto (15,7).

L'azienda dei miei sogni dovrebbe dare la possibilità di avere un confronto costruttivo con il management di riferimento, ascoltare le proposte, valutarle in modo obiettivo e dare riscontri chiari sia positivi che negativi

Da una risposta alla survey

Welfare aziendale

Un altro obiettivo della survey è indagare quanto peso hanno le misure dei welfare aziendale nel determinare la scelta di un candidato a favore di un’azienda. Ebbene, le risposte hanno evidenziato una convergenza tra futuri lavoratori e referenti HR: la maggioranza dei primi ha infatti indicato che le misure di welfare influiscono sul loro orientamento e costituiscono un elemento di attrazione nei confronti di un datore di lavoro (61,7%), mentre i referenti HR asseriscono che tali misure portano effettivamente vantaggi per l’azienda in termini di fidelizzazione (62,6%) ma anche di attrazione di talenti (15,3%). Quanto alle azioni di welfare più utili, anche in questo caso troviamo accordo tra i candidati e i responsabili delle risorse umane, che mettono al primo posto i benefit per la famiglia (44,8% contro 44,4%), seguiti da quelli medici (27,1%) e da quelli di tipo ricreativo (23,8%) per i candidati, mentre i referenti HRinvertono la classifica e riconoscono maggiore utilità a benefit quali viaggi, biglietti per spettacoli ed eventi culturali, mettendo al terzo posto i benefit medici.

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Diversity & inclusion

Nell’indagine si è voluta anche indagare l’opinione dei candidati sui vantaggi più importanti di un'azienda aperta alla “Diversity & Inclusion”, ottenendo come prima indicazione un miglioramento del clima interno, della motivazione dei dipendenti e della fidelizzazione per quasi otto candidati su dieci (78,6%), mentre appena l’8,5% ritiene che questo elemento non porti alcun vantaggio significativo, una percentuale che scende al 6,8% tra le donne. Per quanto riguarda i responsabili delle risorse umane, è degno di nota il fatto che il 35,7% (il 41,4% se chi risponde è un dirigente) di loro abbia osservato un miglioramento nella propria azienda quanto ad apertura alla diversità e all’inclusione. Collegato al tema della diversity è sicuramente quello della responsabilità sociale di impresa, la cosidetta Csr, il cui peso sulle scelte dei candidati comincia a emergere, seppur con qualche esitazione: se infatti per il 18,8% non ha alcun impatto sulla decisione dell'azienda in cui lavorare (un dato che scende al 16,8% tra le donne), per il 42,5% ha comunque un’influenza (anche se solo per il 9% è «determinante») e per il 38,6% non ha ancora la capacità di orientare una scelta ma il candidato avverte la necessità di «iniziare a verificare» le politiche di Csr dell’azienda che lo interessa.

Oltre un terzo dei referenti HR ha notato un miglioramento delle politiche di Diversity&Inclusion in azienda, un elemento importante per otto candidati su dieci.

«Siamo particolarmente soddisfatti dell’elevata partecipazione di candidati e referenti HR alla nostra prima survey sull’azienda dei sogni», commenta Monica Magri, HR Director di The Adecco Group. «Un dato che fa capire una volta di più quanto sia nell’interesse di tutti lavorare in un ambiente sereno, che favorisca la crescita personale e l’espressione del proprio talento: al di là dell’aspetto retributivo, che rimane importante, è stato infatti questo l’elemento che gli intervistati hanno indicato come determinante nel definire l’azienda dei sogni. Vorrei sottolineare inoltre», continua Magri, «l’importanza crescente attribuita a temi quale il welfare aziendale, la valorizzazione delle diversità o la responsabilità sociale d’impresa: si tratta di temi emergenti che si stanno ritagliando una spazio sempre più importante. Sono convinta che se rifacessimo questa survey tra due o tre anni, il loro peso sarebbe ancora maggiore: occorre quindi prestare attenzione a questi aspetti e curarne la realizzazione, per avvicinare sempre più ogni ambiente di lavoro a quell’azienda dei sogni che ciascuno di noi vorrebbe trovare».

L'azienda dei sogni secono candidati, professionisti e referenti HR: l'infografica completa.

Di |2024-07-15T10:04:41+01:00Settembre 24th, 2017|Human Capital, MF, Welfare|0 Commenti
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